Professioni: prosegue la polemica sull’ampliamento competenze
“I geometri e i periti edili ci riprovano ancora una volta: in palese contrasto con tutte le più recenti sentenze della Corte di cassazione sugli evidenti limiti di competenza dei geometri e dei periti edili, queste professioni ci riprovano a proporre anche alla Camera dei Deputati un d.d.l. esclusivo sulle loro attività”.
Lo affermano in una nota i Consigli nazionali degli architetti e degli ingegneri, criticando aspramente il disegno di legge proposto da Daniele Toto (PdL) alla Camera.
Tra gli aspetti maggiormente contestati l’ampliamento esorbitante delle volumetrie ammesse nella progettazione anche in zona sismica (sino a 4500 m3), l’ampliamento delle competenze in urbanistica e l’ ampliamento in materia di progettazione impiantistica.
“A nulla vale – prosegue la nota – il comune tavolo di lavoro in corso tra le professioni tecniche proprio in materia di competenze, a nulla vale l’evidente logica di premettere una riforma complessiva degli ordinamenti professionali così come concepita dal Ministro Alfano prima di mettere mano al riordino delle competenze.
A nulla vale il concetto di merito laddove per accedere a professioni che incidono su interessi costituzionali quali la sicurezza dell’abitare o la tutela del paesaggio occorre aver superato corsi universitari assolutamente appropriati: almeno così si fa in Europa ed in tutto il mondo civile”.
I due Consigli nazionali ribadiscono che “per tali professioni regolamentate occorre superare percorsi universitari e non può una legge, prevedendo un semplice corso di 120 ore, annullare 5 anni di studio”.
A geometri e periti edili – conclude la nota – va ancora una volta rivolto l’invito di percorrere comunemente la strada della ragionevolezza, ma se cosi non fosse vi sarà la nostra più ferma opposizione a proposte di legge basate sulle solite, inopportune ed antistoriche regalie all’“italiana”.
Fonte: CNAPPC
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