NTC: le Regioni decidono in autonomia come agire

Le nuove NTC sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008, ed entreranno in vigore all’inizio di marzo, ma la situazione relativa all’applicazione della normativa è ancora caotica.

In assenza della proroga della sospensione del DM 14 settembre 2005, molte Regioni hanno bloccato, sin dal 1° gennaio 2008, le autorizzazioni per i progetti redatti ai sensi dei decreti ministeriali del 1996: la Regione Campania, con una Circolare, ha disposto che in via cautelativa "non possono essere depositati progetti redatti utilizzando la normativa di cui al DM 16/01/96".

Immediata è stata la protesta degli Ordini degli Ingegneri campani: viene contestato il fatto che nella circolare non è indicato che i progetti dovrebbero essere redatti in conformità del D.M. del settembre 2005, perché l’estensore del documento sa che questo decreto è inapplicabile: è oggetto di revisione e momentaneamente sospeso. Pertanto, in ottemperanza della circolare, per poter effettuare il deposito, i calcoli dovrebbero essere redatti nel rispetto di norme sospese e superate (DM 2005) oppure non ancora vigenti (nuove NTC).
L’effetto ottenuto è la sospensione completa dei depositi presso gli Uffici del Genio Civile, con le gravi conseguenze sull’esecuzione dei lavori pubblici e privati.

A sostegno dei DM del 1996 l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, nel parere n. 5677 dell’1.2.2008, ha dato interpretazione dell’art. 20 del DL 248/2007: i decreti del 1996, e del DM 2005, sono efficaci, e il professionista ha la possibilità di scegliere.

La Regione Basilicata, per evitare il blocco degli adempimenti connessi alle autorizzazioni e al deposito dei calcoli per la costruzione di edifici pubblici e privati, e in attesa di una eventuale presa di posizione del Ministero delle Infrastrutture, manitiene applicabili le vecchie norme tecniche di attuazione di cui alle leggi 1086/71 e 64/74 ed in particolare i Decreti Ministeriali del 9 e 16 gennaio 1996.

"Tale decisione è stata presa sulla base di un parere reso dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, per scongiurare il rallentamento dell’attività edilizia in regione come conseguenza del momento transitorio e di vuoto, dal punto di vista legislativo.

 

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