Consumo di suolo, stop alle nuove costruzioni? La situazione nelle Regioni
Dal punto di vista delle normative regionali alcune regioni si sono attivate per contrastare il consumo del suolo. La Lombardia è diventata una sorta di modello per le altre regioni ma ora la legge (la LR 31/2014) lombarda è in bilico, in attesa del vaglio della Consulta. Alcune delle altre leggi regionali hanno un impianto normativo simile a quello della Lombardia.
Il disegno di legge 62/15 dell’Abruzzo prevede un regime transitorio molto simile alla legge lombarda. In attesa dell’adeguamento di un più approfondito livello di pianificazione, i Comuni potranno approvare solo varianti allo strumento urbanistico comunale senza nuovo consumo di suolo.
Calabria: la legge 19/2002 fissava al 31 dicembre 2018 la scadenza per approvare il piano strutturale comunale o associato. Fino a quella data, non erano ammesse varianti urbanistiche diverse da progetti di opere pubbliche o di interesse pubblico o da programmazione negoziata.
L’Emilia Romagna è intervenuta per ultima sul tema con la legge 24/2017, in vigore dal 1° gennaio 2018: obiettivo, consumo di suolo a saldo zero entro il 2050. I Comuni dovranno adeguare gli strumenti urbanistici entro tre anni e concludere il processo nei due anni successivi. Il consumo di suolo nelle aree agricole è consentito solo per opere pubbliche e di pubblica utilità se viene dimostrata l’impossibilità di riutilizzare aree già urbanizzate e assicurando il minor impatto e consumo di suolo possibile.
In Toscana la legge 65/2014 consente di occupare nuovo suolo non edificato nel territorio urbanizzato individuato dal piano strutturale dei Comuni. Durante i cinque anni successivi all’entrata in vigore della legge, le trasformazioni non residenziali al di fuori dal territorio urbanizzato che comportano nuovo consumo di suolo, sono ammesse solo se ricevono parere favorevole della conferenza di copianificazione.
In Umbria (LR 1/2015), le disposizioni sul consumo del suolo devono essere il principio guida e prevalgano sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi locali.
In Veneto (LR 14/2017): è la giunta regionale a definire la soglia massima di consumo del suolo (con un provvedimento a revisione almeno biennale). Fino all’emanazione del provvedimento, i Comuni possono prevedere nuovo consumo di suolo solo per opere pubbliche e di interesse pubblico. Fino all’adeguamento degli strumenti urbanistici e territoriali nei Comuni, i limiti definiti dal provvedimento della Giunta regionale prevarranno, se più stringenti, su quelli comunali.
A livello nazionale, invece, con la fine della legislatura, è andata a farsi friggere la possibilità di vedere concretizzarsi a breve una normativa nazionale per contenere il consumo di suolo: il disegno di legge AS 2383 si è fermato al Senato.
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