Bologna: restauro del portico di San Luca possibile con il crowdfunding?
Il Comune di Bologna intraprende la strada del crowdfunding civico per raccogliere le risorse necessarie per provvedere al restauro di uno dei simboli più importanti della città, il portico di San Luca. Stiamo parlando di “Un passo per San Luca”, un innovativo progetto volto a coinvolgere tante persone nel progetto di restauro del portico più lungo al mondo.
L’iniziativa è promossa dal Comune di Bologna insieme al Comitato per il restauro del portico di San Luca, ed è curata da GINGER, startup specializzata in campagne di crowdfunding territoriale: il progetto rappresenta senza ombra di dubbio un caso di studio sulle inedite forme di collaborazione tra pubblico e privato, possibili tramite quello che viene definito “crowdfunding civico”.
Il funzionamento dell’iniziativa è semplice: basta collegarsi al sito internet dell’iniziativa per poter contribuire al restauro del portico, ricevendo in cambio una piccola ricompensa oppure effettuando una donazione libera. La campagna ha preso il via il 28 ottobre 2013, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo costituito da quota 300mila euro, e le donazioni al momento hanno già superato quota 149mila euro, grazie ai contributi di oltre 1200 sostenitori. A dimostrazione della trasparenza con cui sono gestite le risorse raccolte, recentemente è stato inaugurato il primo dei tre cantieri di restauro previsti dal progetto.
Una delle considerazioni più interessanti derivanti da “Un passo per San Luca” riguarda la vastità del numero dei sostenitori e la loro eterogeneità: ai cittadini si sono presto affiancate anche associazioni di categoria, imprese, ordini professionali e realtà associative. La possibilità di riunire differenti protagonisti della realtà cittadina, disposti a investire proprie risorse per la realizzazione di un progetto comune, sta spalancando scenari di sicuro interesse per tanti Enti locali e per la Pubblica amministrazione in generale.
I risultati positivi finora raggiunti dall’iniziativa dimostrano come il crowdfunding civico possa diventare uno strumento in più, a disposizione delle tante amministrazioni pubbliche impegnate nella tutela del patrimonio culturale e architettonico italiano.
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