Tutela del suolo e la rigenerazione urbana, la proposta di legge di Legambiente
La bellezza come tema portante di scelte concrete, la qualità come chiave di ogni trasformazione del territorio. E’ questo il filo conduttore del disegno di legge redatto da Legambiente: una proposta per fare della prossima legislatura finalmente un’occasione di cambiamento.
Il testo – già sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, delle imprese e della scienza – è stato presentato oggi alla stampa e sarà sottoposto ai candidati alle elezioni affinché lo facciano proprio e ai sindaci italiani. Tra questi ultimi hanno già aderito Graziano Delrio (sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci), Michele Emiliano (sindaco di Bari), Giusi Nicolini (sindaco di Lampedusa e Linosa) e Stefano Pisani (sindaco di Pollica).
La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia ma anche e soprattutto un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo – scrive Legambiente nella premessa al disegno di legge -. Puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro.
“Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Proprio la bellezza, invece – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità.
Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo – prosegue Cogliati Dezza – è di innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la tendenza, promuovendo un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova”.
Il disegno di legge è composto da 10 articoli, che riorganizzano in un sistema unico i provvedimenti legislativi inerenti alla qualità del territorio e definiscono chiaramente il percorso da intraprendere per rimettere al centro la bellezza nelle sue tante declinazioni operative.
– La bellezza patrimonio del Paese;
– Tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano;
– Tutela del suolo e contenimento del consumo;
– Bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione;
– Rigenerazione urbana;
– Contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana;
– Repressione dell’abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree;
– Dibattito pubblico per l’approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale;
– Bando di idee per la bellezza; Bellezza dei gesti e senso civico.
“Con queste proposte – aggiunge il presidente di Legambiente – si cambia strada in modo inequivocabile: concorsi di progettazione, demolizioni degli abusi, stop al consumo di suolo, investimenti in recupero e cultura, valorizzazione della bellezza e del civismo. Ai partiti e ai candidati chiediamo un impegno vero per far entrare questi temi nella campagna elettorale e nei programmi, per poi trasformarli in una legge nella prossima legislatura”.
Per far conoscere ai cittadini la proposta di legge, trovare adesioni e creare mobilitazione, Legambiente organizza una campagna itinerante – Italia, bellezza, futuro – che lega i temi oggetto della legge a situazioni territoriali concrete e simboliche, attraversando fino ad aprile diversi luoghi d’Italia. Un viaggio tra luoghi, storie e persone che stanno costruendo un pezzo di futuro “di bellezza e qualità”, con un investimento su giovani, conoscenza e innovazione e minori disuguaglianze interne.
Il tema delle città dovrà essere prioritario nella prossima Legislatura; chiunque governerà dovrà assumersi impegni seri e responsabilità precise in tema di politiche urbane, purtroppo escluse – da oltre venti anni – da qualsiasi investimento ed intervento. Se così non dovesse essere, non solo si metterà a rischio la sicurezza dell’abitare e quindi la vita dei cittadini, ma non si creeranno le condizioni affinché il Paese possa guardare al futuro con serenità in termini di sviluppo, crescita e benessere”.
Così Leopoldo Freyrie sulla proposta di legge sulla “bellezza” – quale risorsa per immaginare un altro sviluppo oltre la crisi – presentata da Legambiente.
“Occorre, realizzando un’inversione di tendenza, – continua – riprogettare le città senza consumare suolo ed energia, ed introdurre strumenti fiscali a sostegno dell’iniziativa pubblica e privata per individuare strategie che in modo integrato affrontino il problema della sicurezza, della mobilità, dei rifiuti, dei trasporti degli spazi pubblici. Tutto ciò può avvenire solo attraverso regole certe che pongano fine alla bulimia burocratica che fino ad oggi ha soffocato e bloccato qualsiasi politica urbana”.
“Il territorio italiano e le nostre città – continua ancora – debbono essere trasformate in una miniera di cultura, formazione e bellezza, in una inesauribile fonte di energie anche tecniche e turistiche poiché possano essere volano dello sviluppo economico. Il tema della bellezza e della rigenerazione urbana sostenibile – che è prioritario per gli architetti italiani – rappresenta un progetto indispensabile al futuro delle nostre città e dell’ambiente: può diventare una concreta opportunità per uscire dalla crisi, realizzando un’ alleanza con le rappresentanze ambientaliste, sindacali, professionali, imprenditoriali, con l’industria delle costruzioni”.
“Gli architetti italiani – conclude Freyrie – continuano a mettere a disposizione della comunità idee, saperi e progettualità per sostenere e valorizzare – con l’utilizzo di strumenti che siano caratterizzati da una forte innovazione – quelle ricchezze che rappresentano l’essenza stessa del territorio del nostro Paese che possono diventare una grande opportunità di sviluppo economico”.
Fonti: Legambiente e CNAPPC
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