Territorio martoriato, sono oltre 23mila le cave a fini estrattivi in Italia

Grossi squarci sul territorio che “sfregiano” ambiente, suolo e paesaggio senza alcuna pietà: si tratta delle circa 23mila cave che punteggiano la penisola italiana per tutta la sua estensione.

Un report di Legambiente ha effettuato una vera e propria analisi quantitativa su questi scavi caratterizzati da finalità prevalentemente estrattive: 6mila di queste cave sono infatti in questo momento attive, mentre16mila sono quelle dismesse oppure monitorate (mille sono le cave ad oggi non monitorate).  

Sono numeri di rilievo quelli portati alla luce da Legambiente: la quota di cave esistenti nel territorio italiano è infatti molto alta, una quantità che può stupire se si pensa alla ingente crisi del settore dell’edilizia in questo periodo. Nel corso dell’anno 2012 sono stati estratti in Italia 80 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, circa 8 milioni di metri cubi di pietre ornamentali e 31 milioni di metri cubi di calcare.

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Lazio, Lombardia, Puglia e Piemonte sono le regioni in cui le ferite sul territorio sono più cospicue: oltre il 60% della sabbia e della ghiaia estratte infatti provengono da questi quattro distretti. Ciò che suscita curiosità (e contemporaneamente grossa inquietudine) è il fatto che a disciplinare giuridicamente una materia così importante sia un Regio Decreto del 1927, un testo di legge che definire desueto è un eufemismo. Inoltre ben nove regioni italiane sono completamente sprovviste di piani di gestione per le cave.

Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, sarebbe oggi auspicabile la promozione di una “profonda innovazione per le attività estrattive nel paese, mediante l’implementazione di regole di tutela efficaci e canoni non dissimili da quelli in vigore in altri paesi europei”. L’obiettivo che deve essere sotteso all’intera strategia in materia si sostanzia, a parere di Legambiente, nel ridurre il prelievo di materiale dalle cave incentivando filiere per il recupero dei materiali. Recuperare e riutilizzare razionalmente, invece di continuare a scavare nel territorio.

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