Terremoto Centro Italia: la ricostruzione dei beni culturali
Terremoto Centro Italia: anche i beni culturali sono stati colpiti dalla furia del sisma. Qual è la situazione attuale e quali sono le prospettive di recupero del patrimonio culturale danneggiato?
Interessanti in tal senso sono le parole rilasciate dall’Architetto Paolo Civiero dell’Università di Roma al quotidiano online Ediltecnico.it: d’altro canto si tratta di una tematica complessa: i beni culturali, devastati anche (e non solo) dalle ultime scosse a Norcia costituiscono una delle grandi criticità nel nostro Paese.
Non tutti i terremoti sono uguali
La Basilica di Assisi è stata spesso utilizzata in questi giorni come esempio di quello che bisogna fare: l’intervento all’interno della chiesa è un sistema di tiranti che la mette al sicuro per molti anni. Ecco l’opinione in propositi dell’Arch. Civiero: “Ogni evento sismico si contraddistingue per circostanze sempre differenti, e diversa è la risposta che viene data in termini processuali, tecnici e politici seppur esistano protocolli precisi per la gestione dell’emergenza. Questo ultimo sisma – purtroppo – non sembra abbia a oggi dissipato totalmente la sua potenza. Siamo ancora in una fase di emergenza e serve innanzitutto mettere in sicurezza la vita delle persone. L’intervento virtuoso di Assisi ha richiesto decenni per essere concluso e ingenti somme economiche”.
“Quello che oggi stesso possiamo e dobbiamo fare – prosegue Civiero – è intervenire per mettere in sicurezza – con rapidi puntellamenti –il nostro patrimonio, prima che si verifichino nuovi crolli. Questo purtroppo non sta avvenendo con la stessa intensità usata dell’Aquila, dove allora i GTS, i Gruppi Tecnici di Supporto dei CNVVF, hanno rappresentato una risorsa efficace e di validissima professionalità a “costo zero”. Rispetto al 2009 ora le risorse economiche sono ridotte, ma oggi qualcos’altro non sta funzionando.
Il ruolo del Ministero dei Beni Culturali
Ma come si sta comportando in questo momento il Ministero dei Beni Culturali? Sembra che sia immobile, nel senso che non sta mettendo in sicurezza come dovrebbe. C’è un problema economico: il Ministero non ha soldi, tanto che Errani ha autorizzato le autorità locali a intervenire ciascuna sui propri monumenti, senza una strategia ministeriale, appunto. È possibile gestire l’intervento sui beni culturali senza una pianificazione? “La percezione è proprio quella indicata – risponde l’Arch. Civiero -, sembra che a livello generale manchi un coordinamento efficace su qualsiasi questione, sia essa economica, tecnica o anche gestionale. Le leggi per una gestione efficace sui beni culturali esistono già e l’art. 27 del Codice dei Beni Culturali lo chiarisce sufficientemente. Nel caso di assoluta urgenza, come in questa fase, possono essere effettuati gli interventi provvisori indispensabili per evitare danni al bene tutelato e i puntellamenti per questo non sono soggetti ad autorizzazione”.
“A mio parere l’impressione è invece che si voglia colpevolizzare qualcuno, in questo caso la Sovrintendenza, anch’essa dotata di poche risorse economiche e di organico, mentre credo che sia fondamentale che il Governo prenda l’iniziativa, legiferando e coinvolgendo le distinte professionalità in un unico tavolo di discussione. Dopo la fase di urgenza ben venga un “super sovrintendente” di durata quinquennale, che svolga un ruolo di coordinamento, ma spetterà ancora una volta all’esecutivo definire chiaramente i poteri di cui sarà dotato, affinché questa nuova figura possa essere realmente efficace”.
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