TASI 2014: l’Anci precisa gli obblighi inderogabili dei Comuni
Un vortice di polemiche che continua a roteare, mentre le amministrazioni comunali sono alle prese con gli ultimi istanti validi per pubblicare le delibere contenenti le aliquote e le detrazioni della TASI 2014.
In questo scenario “trafelato” (domani 10 settembre scade il termine per inserire nel portale del federalismo fiscale la delibera di approvazione) è esplosa ieri la bomba della presunta scarsa trasparenza da parte di alcuni grandi Comuni italiani in riferimento all’utilizzo del gettito derivante dal tributo sui servizi indivisibili (TASI), oltre alla crescita delle aliquote.
Nella serata di ieri, attraverso una nota, è giunto l’intervento immediato dell’ANCI in merito alla questione: “Quando si parla di imposizione immobiliare, la trasparenza da parte dei Comuni è massima e si attiene alle prescrizioni di legge. Riguardo poi le aliquote stabilite dalle singole amministrazioni, non si è assistito ad alcun balzo deciso a livello locale, ma alla naturale conseguenza delle scelte imposte dal Governo e dalla legge”.
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“I Comuni hanno l’obbligo di indicare i servizi indivisibili con i relativi costi all’interno del regolamento della TASI – continua nella sua precisazione l’ANCI, in risposta a numerosi articoli usciti ieri sulla stampa nazionale – ma non di determinare quanto del costo di ciascun servizio venga finanziato con il gettito”. Pertanto i grandi Comuni-capoluogo citati ieri su giornali “si sono tutti uniformati alle prescrizioni di legge, in qualche caso rimandando ad apposita delibera consiliare l’indicazione analitica dei costi. Resta il fatto che la norma parla di indicazione dei servizi e dei costi in modo analitico, ma non indica le modalità di esposizione dei dati, che è auspicabile siano uniformati, per non dar luogo a malintesi nella lettura dei dati stessi”. Un chiarimento, quello rilasciato dall’ANCI, che lascia pertanto spazio ad ulteriori orizzonti di miglioramento in merito ai criteri di trasparenza.
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