Sicurezza ascensori: il Tar Lazio annulla il decreto
Il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso della Confedilizia, ha annullato il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 23 luglio dello scorso anno che imponeva una verifica straordinaria
degli ascensori installati e messi in esercizio prima del 1999, dichiarando il provvedimento “illegittimo sotto tutti i profili”.
La sentenza n. 5413/2010 ha sottolineato che il decreto “impone ai privati proprietari pesanti prestazioni personali e patrimoniali al di fuori di qualsiasi prescrizione legislativa e soprattutto lascia ampio spazio nella loro individuazione ad una associazione privata (l’UNI), alle cui libere determinazioni, assunte nel tempo e finalizzate ad un continuo adeguamento delle tecniche di valutazione dei rischi degli impianti, da essa imposte, dipende la loro progressiva quantificazione e i vantaggi economici che l’associazione ne ricava”.
La riprova della “anomala e ingiustificata posizione
di vantaggio che ad essa si è ritenuto di assicurare, in danno dei proprietari – sottolinea anche la sentenza – è già nell’obbligo fatto ai privati proprietari di acquisire, ad un prezzo esoso, limitatamente
ad una sola copia del cartaceo recante il testo delle norme tecniche da osservare ed «ad esclusivo uso del cliente», la licenza da parte dell’UNI ad utilizzare la normativa tecnica da essa
predisposta, di cui è ritenuta proprietaria e che per questa ragione non è pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale, come sarebbe doveroso per ogni normativa che alla collettività si impone di applicare”.
La sentenza evidenzia, ancora, che “l’ordinamento vigente già impone ai proprietari di immobili dotati di ascensori due verifiche annuali e una straordinaria ad opera di tecnici specializzati ed autorizzati, con i relativi costi di non limitato livello”.
Per effetto del decreto impugnato, “a detto sistema,niente affatto abrogato ma tuttora vigente e cogente – sottolinea la sentenza – ora se ne sovrappone un altro motivato con riferimento alla migliore qualità che garantirebbero le tecniche UNI, come se la loro applicazione non potesse essere imposta ai tecnici che effettuano i primi controlli”.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “A pochi giorni dall’accoglimento del nostro ricorso contro l’attribuzione ai Comuni della possibilità di determinare
la base imponibile delle imposte anche comunali come l’Ici, il Tar del Lazio ha accolto un altro nostro ricorso, annullando un provvedimento che avrebbe causato forti spese a condòmini e proprietari di casa, calcolate da una società del settore ascensori in sei miliardi di euro”.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto che sarà
fatto ricorso al Consiglio di Stato per la sentenza del Tar del Lazio.
“Il provvedimento – fanno sapere dal Ministero – non solo recepisce una specifica raccomandazione europea (95/216/CE), ma è una misura di civiltà e di responsabilità a tutela della sicurezza
delle persone, che si inserisce anche nel Codice del Consumo (Decreto legislativo 206/2005) in base al quale l’utente ha il diritto di presunzione che l’ascensore sia adeguato alla norma più recente”.
“Per quanto riguarda – prosegue il comunicato stampa del Ministero – le stime che indicano in 6 miliardi di euro l’onere che ne deriverebbe per i proprietari, al Ministero dello Sviluppo Economico si rileva che esse sono basate su parametri non rispondenti alle effettive esigenze tecniche di messa in sicurezza del parco nazionale di ascensori in questione”.
“In ogni caso – conlcude – non è possibile stimare a priori il costo medio di messa in sicurezza degli impianti di più vecchia installazione. Non c’è infatti un censimento di quanti dei circa 700 mila ascensori installati prima del 1999 abbiano effettivamente bisogno di questa manutenzione straordinaria e di quanti, invece, siano stati già sottoposti a revisione da parte dei proprietari degli immobili.
Fonti: Confedilizia e Ministero dello sviluppo economico
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