Sardegna: firmati i primi 28 Piani di gestione dei Sic
Un percorso talvolta sofferto, ma che "ha portato a risultati insperati: 156 Comuni hanno già aderito, altri sette sono pronti a compiere il passo ma sono bloccati da otto amministrazioni contigue che, di fatto, bloccano i rispettivi Sic (8 su 92). Ma per loro resta aperta una porta, quella del Piano di sviluppo rurale, che servirà a compensare le eventuali mancanze di reddito da parte degli agricoltori. In ogni caso, per gli questi Sic valgono le misure minime di conservazione dettate dal Decreto ministeriale che ha recepito le norme comunitarie: buone pratiche di tutela del territorio, non vincoli rigidi o divieti senza senso. Naturalmente, le iniziative dei privati in quelle zone non possono per ora essere ammesse a finanziamento".
La superficie complessiva dei 92 Sic sardi è di oltre 427mila ettari, pari al 17,7% del territorio isolano. Gli 84 Sic che hanno aderito alla redazione del Piano di gestione sono interessati a un’estensione pari a oltre 361mila ettari. Alcuni Piani non sono arrivati a maturazione perché hanno richiesto un iter più complesso.
"Si sta rivelando fondamentale – ha proseguito Morittu – l’attività sinergica tra gli Assessorati regionali dell’Ambiente e dell’Agricoltura, soprattutto nelle zone interne. Sono previsti alcuni progetti pilota: uno, sviluppato con l’agenzia Agris, sul Supramonte. Altri due sui Tacchi dell’Ogliastra e a Gutturu Mannu".
I fondi non mancano. Dal Por 2000-2006 sono arrivati 16 milioni di euro suddivisi su tre Assi (sei milioni di euro sono riservati a 90 proposte tra le oltre 200 giunte dai privati, riferite a ristorazione tipica, agriturismi, produzione di prodotti agroalimentari tradizionali e servizi di promozione dell’offerta). Il Por 2007-2013 prevede risorse pari a 17 milioni, il Psr 2007-2013 altri 36 milioni mentre i fondi Fas (Apq) 2006-2009 finanzieranno 20 interventi con 15 milioni di euro. Altre risorse Fas sono da programmare per il futuro.
I controlli nelle aree Sic saranno di competenza dell’organo di governo del Piano di gestione, che sarà composto dai rappresentanti di Regione ed enti locali. L’attività venatoria continuerà ad avere una disciplina propria, che vale per le aree Sic, le Zps e il resto del territorio della regione.
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