Riforma catasto: uno stop che perpetua le disuguaglianze?

Riforma catasto, tutto bloccato? Dopo l’eliminazione del secondo decreto attuativo in materia dall’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri n. 69/2015 dello scorso 23 giugno, aleggia una nebbia fitta sul futuro del procedimento di revisione della materia.

Il provvedimento in questione è quello concernente la revisione dell’intero sistema estimativo del Catasto fabbricati: la sua cancellazione in extremis getta nella più totale insicurezza il futuro della revisione del sistema catastale italiano.

Nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri il premier Renzi ha illustrato le ragioni della decisione del Governo di non intervenire sul Catasto, affermando che, nelle more dell’approvazione della Local Tax, qualsiasi operazione potrebbe apparire come un intervento di aumento delle tasse, sebbene il testo preveda l’invarianza di gettito. Le norme, quindi, sono pronte ma non verranno discusse all’interno della delega fiscale, che ricordiamo scadrà (già prorogata) il prossimo 27 giugno. Si slitterà con tutta probabilità ad ottobre nell’ambito dell’approvazione della nuova tassa sulla casa.

Per approfondire leggi l’articolo Riforma catasto, tutto rinviato: a prevalere i calcoli politici?

Interessanti, per comprendere la situazione, sono le parole del presidente di AGEFISMirco Mion: “La riforma del Catasto ha l’obiettivo di rendere più equa la tassazione immobiliare, facendo pagare quanto dovuto a coloro che possiedono immobili di pregio, ponendo rimedio a una situazione di privilegio e disuguaglianza che non è più accettabile. Quindi il mancato varo del tanto atteso decreto legislativo è, a dispetto di quanto affermato da alcuni, una sconfitta ai danni dei cittadini appartenenti a fasce medio-basse, ovvero dei possessori di immobili di basso valore con rendite alte rispetto a possessori di immobili di pregio con rendite molto basse”.

Procrastinare l’avvio della riforma, secondo Mion, significa continuare a non aggiornare gli estimi, seguitando così a produrre diseguaglianze sempre più marcate, che favoriscono le grandi proprietà e penalizzano le famiglie mono-proprietarie e i giovani che negli ultimi anni hanno comprato casa e che pagano ancora il mutuo.

“La riforma del catasto può e deve essere un vero esercizio di democrazia fiscale dal quale non ci si può più sottrarre – conclude il numero uno di AGEFIS -, non procedere in fretta in questo senso significa continuare a penalizzare i cittadini più deboli e a non tutelarli”.

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