Riforma catasto al via: la nuova vita delle commissioni censuarie
Riforma del catasto in rampa di lancio, è tempo di scandire i termini dell’azione concreta: da una parte c’è il Governo Renzi che, dopo lo stordente “hangover” elettorale delle elezioni europee, torna al lavoro a testa bassa per portare avanti le numerose riforme intraprese. In “pole position” nella lista delle priorità governative si colloca ovviamente la riforma del catasto, ovvero il riordino complessivo di una materia che andrà a delineare in maniera inedita l‘assetto immobiliare italiano portando ripercussioni (si auspica positive, ma affiorano dubbi in tal senso) in termini di equità fiscale.
Dall’altra parte c’è il vice presidente dell’Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno, che ha illustrato proprio l’oggetto del prossimo provvedimento inserito nella scansione prevista dalla delega fiscale: si tratta della creazione delle commissioni censuarie incaricate di elaborare l’algoritmo per la revisione delle rendite del nuovo catasto. Il provvedimento, spiega la Alemanno, “sarà varato a brevissimo”, nell’ottica di una riforma del catasto che “per essere seria impiegherà cinque anni di lavoro”. Ci saranno da censire 62 milioni di immobili, 1,8 milioni dei quali definiti “speciali” e per questi non si ricorrerà all’algoritmo ma saranno necessarie stime dirette. In questo momento, secondo le rendite in vigore, l’intero patrimonio immobiliare è stimato attorno ai 36 miliardi di euro.
Il varo del primo decreto attuativo della delega fiscale in materia di revisione del catasto (legge n. 23 dell’11 marzo 2014) è atteso per le prossime settimane: in primo luogo si tratterà di partire con la nuova fondazione, o meglio la ridefinizione sistematica, delle commissioni censuarie (per ora esistenti solo sulla carta). È chiaro che la riforma di tali commissioni si configuri come “step” necessariamente propedeutico al vero e proprio riordino catastale che andrà a riconfigurare il complessivo assetto immobiliare italiano, innestandolo sul requisito della metratura e non più su quello dei vani.
Le rinnovate commissioni censuarie avranno il gravoso (e necessario) compito di utilizzare il nuovo algoritmo che consentirà di avvicinare il valore medio delle abitazioni ai reali prezzi di mercato, nell’ottica di una convergenza con il concetto di “Valore medio ordinario” e lasciandosi alle spalle le tariffe d’estimo che fino ad oggi si erano tradotte in categorie e classi. Un’operazione certamente delicata, che va toccare un bene fondamentale (e davvero prezioso per gli italiani) come quello rappresentato dalla casa.
L’obiettivo finale è quello di creare un catasto nuovo di zecca, con fattezze direzionate sul fondamentale requisito dell’equità, anche per quello che riguarda l’aspetto fiscale: un catasto finalmente più preciso, efficace e trasparente.
Marco Brezza
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