Riesame di un permesso di costruire annullato

a cura di MARIO PETRULLI

Un permesso di costruire è stato oggetto di annullamento da parte del giudice. Il titolare ha ripresentato l’istanza ma, nel frattempo, nella zona oggetto dell’intervento è stato adottato un piano di recupero. In tale circostanza, le norme del piano devono essere rispettate in sede di valutazione di rilascio del titolo edilizio in richiesta o deve invece essere applicata la disciplina preesistente visto che si tratta del medesimo intervento? Ecco la risposta a questo dubbio.

Permesso di costruire annullato: riesame

Nel caso di titolo edilizio oggetto di annullamento giurisprudenziale, secondo la giurisprudenza, la regola generale è che l’amministrazione deve riesaminare la relativa istanza non già ora per allora, ma tenendo conto della normativa e della disciplina sopravvenuta medio tempore; in altri termini, l’amministrazione in sede di esame della domanda ad aedificandum è tenuta ad applicare le norme vigenti al momento della propria decisione, anche se sopravvenute in un momento successivo all’istanza. In tale ottica le previsioni urbanistiche sopravvenute, in quanto volte ad un più razionale assetto del territorio, sono considerate tradizionalmente come aventi un carattere di assoluta prevalenza e non possono essere disapplicate dal comune in favore di una “ultrattività” della precedente pianificazione.

Le eccezioni al principio

Tale principio ammette due eccezioni: la prima – che è solo apparente – si ha quando il pianificatore si fa espressamente carico delle situazioni pendenti prevedendo apposite disposizioni transitorie, le quali si inseriscono pur sempre nel quadro complessivo del piano (T.A.R. Emilia-Romagna, sez. Bologna, sent. 10 luglio 2014, n. 734; Consiglio di Stato, sez. IV, sent. 9 febbraio 2012, n. 693); la seconda attiene al c.d. “principio di cristallizzazione”, secondo cui la disciplina urbanistica da applicare in sede d’esame di una richiesta di permesso di costruire, conseguente all’annullamento giurisprudenziale del diniego del titolo o conseguente alla declaratoria d’illegittimità del silenzio-rifiuto, è quella vigente al momento in cui la sentenza è notificata o comunicata in via amministrativa al sindaco, quale capo e legale rappresentante dell’amministrazione comunale, titolare dell’iniziativa in materia di pianificazione urbanistica, divenendo inopponibili all’interessato le variazioni dello strumento urbanistico sopravvenute successivamente a tale notificazione.

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