Ricostruzione in Abruzzo, scontro tra p.a. e professionisti tecnici
”Non e’ evocando scenari biblici o usando paroloni d’effetto, come guerra civile, tradimento e pugnalata, che si aiutano gli aquilani a ricostruire le proprie case.
I cittadini, che lodevolmente stanno cercando di riappropriarsi della loro abitazione, hanno bisogno di rapporti corretti e trasparenti, in grado di garantire certezze sui tempi e sui modi del recupero edilizio”.
Il Commissario delegato per la Ricostruzione, presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, cerca di smorzare il tono astioso usato dall’Ordine degli ingegneri dell’Aquila, per voce del presidente Paolo De Santis, a commento della mancata proroga dei termini per la presentazione delle domande di contributo per le case ”E” fuori dai centri storici.
”Sono profondamente deluso ed amareggiato per l’atteggiamento, tutt’altro che collaborativo, delle categorie professionali – sottolinea Chiodi – Struttura commissariale ed Ordini avevano stretto a suo tempo un accordo che prevedeva, da parte di questi ultimi, un’apertura sul fronte informativo.
In base all’intesa di reciproca lealta’, loro si erano impegnati a fornire notizie sul numero degli incarichi assunti, la tipologia, la disponibilita’ di risorse umane.
Il Commissario, dal proprio canto, avrebbe assicurato la massima flessibilita’ per risolvere le criticita’ che man mano si fossero presentate”. ”Ma a disattendere l’accordo – fa notare il Commissario – sono stati proprio gli ingegneri.
Solo il 14 per cento dei tecnici si e’ preoccupato di fornire le informazioni richieste.
Il resto ha fatto finta di nulla, dimostrando cosi’ scarsa considerazione verso le esigenze della comunita’ aquilana. Di piu’ – aggiunge – Ora il presidente De Santis sta maldestramente tentando di attribuire al Commissario responsabilita’ e mancanze che, diversamente, puo’ imputare solo all’Ordine che rappresenta”.
”Dispiace – osserva Chiodi – che gli ingegneri, ancora una volta, non abbiano compreso lo spirito di quell’intesa, nata con l’obiettivo di mettere loro stessi in condizione di operare al meglio, tutelando nel contempo i cittadini ed accelerando il processo di ricostruzione dell’Aquila”.
Il Commissario Chiodi rivolge, quindi, ad ingegneri, architetti, tecnici, l’ennesimo appello ad un lavoro sinergico, nel nome di una piu’ alta unita’ d’intenti: ”In fondo, a loro e’ stato chiesto solo di dire ai cittadini-committenti, con franchezza ed onesta’, quando sarebbero potuti rientrare nella propria casa. Niente di piu”’.
”A questo punto della ricostruzione – conclude – non e’ piu’ tollerabile giocare sulla buonafede degli aquilani e su continue richieste di proroghe che ritardano solo l’affrontare con serieta’ i veri problemi”.
Secondo l’ultimo report della Struttura per la gestione dell’emergenza (Sge), sono 35.312 le persone che ancora usufruiscono di una qualche forma di assistenza da parte dello Stato, a fronte dei disagi provocati dal terremoto dell’Aquila del 2009.
Di esse, 22.284 vivono in alloggi del progetto CASE, nei Moduli abitativi provvisori, in affitti del Fondo immobiliare, in affitti concordati col Dipartimento di Protezione civile, in altre strutture comunali; 12.189 beneficiano del contributo di autonoma sistemazione (10.060 residenti nel comune dell’Aquila e 2.129 nei restanti comuni del cratere sismico); 839 sono ospiti in strutture ricettive (657) e in strutture di permanenza temporanea (182 alla caserma della Guardia di finanza).
Fonte: Asca
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