Piano nazionale di edilizia scolastica: una priorità assoluta
L’edilizia scolastica si configura come un tema sempre in primo piano nella complessiva agenda delle priorità del Governo Renzi.
In tal senso significative sono le dichiarazioni che il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha rilasciato negli scorsi giorni: “Sono stati stanziati 120 milioni per il 2014 e il 2015 per tenere fuori dal Patto di Stabilità gli interventi per l’edilizia scolastica, 300 milioni per finanziare 1800 interventi di edilizia già pronti a partire, 150 milioni per il 2014 e 300 per il 2015 sono le quote per il Piano triennale per il decoro e la funzionalità dell’edilizia“.
Per approfondire ed avere aggiornamenti su ciò che è accaduto la scorsa settimana leggi Tutela edifici scolastici: 450 milioni disponibili in via immediata.
Alle parole della rappresentante della compagine governativa hanno fatto eco le dichiarazioni del presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, il quale ha lodato gli intenti programmatici del Governo in carica spiegando che “in Italia moltissime scuole sono vecchie, costruite prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche, molte altre ricadono in aree a rischio sismico e/o idrogeologico. Quello compiuto dal Governo Renzi deve essere solo il primo passo: stiamo andando finalmente nella direzione da anni indicata dai geologi“.
I dati affermano inequivocabilmente che il 50% delle scuole edificate in Italia non possiede alcun certificato di agibilità: molti edifici scolastici sono stati realizzati anteriormente al 1974, anno in cui entrarono in vigore le norme antisismiche, ed una buona percentuale di essi risale a prima del 1900.
A parere di Graziano un “Piano nazionale di edilizia scolastica è immediatamente necessario e contribuirebbe all’auspicata ripresa economica del Paese. Sono troppe le scuole che, in tutte le regioni d’Italia, necessitano di una urgente messa in sicurezza. E sono ben 27920 gli edifici scolastici che ricadono in aree ad elevato rischio sismico, di cui 4856 in Sicilia, 4608 in Campania, 3130 in Calabria, 2864 in Toscana, 2521 nel Lazio. Esprimiamo quindi soddisfazione per questo primo passo del Governo”.
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