Lombardia, alloggi popolari ed occupazione abusiva: Maroni dice basta

Il tema delle occupazioni degli alloggi popolari si è posizionato al centro del dibattito nelle ultime settimane, con particolare riferimento alla Regione Lombardia (ed alla città di Milano). Sono proprio di ieri le ultime dichiarazioni del presidente della Regione Roberto Maroni in proposito: “Per le case popolari abbiamo fatto investimenti importanti: 390 milioni per il recupero degli alloggi sfitti, per le ristrutturazioni e per sbloccare i cantieri per 8200 alloggi Erp entro il 2017″.

“Siamo intervenuti – ha proseguito Maroni, intervistato da una emittente locale lombarda – anche per aiutare chi vive in queste case e attraversa un periodo di difficoltà, stanziando 35 milioni di euro per le seguenti voci: sostegno alla morosità incolpevole, aiuto per le famiglie a basso reddito, mobilità nel settore della locazione, abbattimento di barriere architettoniche, prevenzione morosità e sfratti”.

A tali stanziamenti “vanno aggiunti – prosegue il governatore – gli oltre 100 milioni messi, solo in questo anno e mezzo, per il risanamento. L’impegno di Regione c’è, ma se verranno confermati i tagli previsti dalla Legge di Stabilità (930 milioni per la Regione Lombardia), temo sarà difficile poter rimettere questi soldi”.

Maroni è stato fermo nel sottolineare un concetto di rilievo: “Non c’è possibilità di tollerare: insomma, chi occupa abusivamente non può pensare di rimanere dentro. Poi c’è chi ha necessità di un intervento a carattere assistenziale e ci deve pensare il Comune, perché è suo compito. Ma noi procederemo alla liberazione di tutte le case occupate abusivamente. Non c’è alternativa”.

Nel frattempo il Piano di contrasto alle occupazioni abusive sottoscritto da Regione Lombardia, Prefettura di Milano, Comune di Milano e Aler Milano è stato messo a punto: “Oltre alle risorse – conclude Maroni – prevede interventi di messa in sicurezza e recupero degli alloggi sociali liberati dalle occupazioni abusive e in flagranza, da concludersi entro 30 giorni dallo sgombero. Noi procederemo in attuazione di questo piano con l’utilizzo della forza pubblica perché non possiamo accettare l’idea che la violenza paghi e pagare anche gli allacciamenti per gli abusivi. Non esiste”. Parole che non si prestano certo a travisamenti.

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