Inquinamento elettromagnetico da fotovoltaico a Bolzano
L’Agenzia provinciale per l’ambiente ha deciso di condurre dei rilevamenti in seguito a numerose richieste pervenute da cittadini che hanno installato o che intendono installare pannelli fotovoltaici sui tetti di aziende o abitazioni, dubbiosi sulle possibili conseguenze in termini di inquinamento elettromagnetico.
A riguardo si cita anche lo studio sull’elettrosmog eseguito nel 2009 (eseguito per – ed in collaborazione con l’Agenzia provinciale per l’ambiente dal dott. Guido Kempter del UCT Research di Dornbirn Austria), che aveva evidenziato valori assolutamente entro la norma per le alte frequenze (telefonia cellulare), mentre aveva indicato possibili problemi di inquinamento da campi magnetici alternati creati dalla corrente industriale negli ambienti di vita, fermo restando anche in questo caso il netto rispetto dei limiti previsti dalle norme nazionali (obiettivo di qualità = 3 µT o microTesla)
In considerazione di questi dati, come spiega Luigi Minach, direttore dell’APPA, era stato individuato quale sito di prova un impianto a pannelli solari di grandi dimensioni (con una potenza di 350 kW) realizzato su un tetto a Prato Stelvio.
I dati raccolti hanno evidenziato come la corrente continua prodotta dai pannelli solari sul tetto non creava problemi né a livello di pannelli né a livello dei cavi collettori in discesa che portano la corrente continua dai pannelli all’inverter per la sua trasformazione in corrente alternata industriale (a 50 Hz), come utilizzata per gli elettrodomestici.
Valori di campo magnetico leggermente più elevati invece, ma comunque sempre ampiamente entro i limiti di legge, si registrano, a livello di inverter e dei cavi di trasmissione della corrente alla rete di distribuzione e, nel caso di impianti più grandi, anche a livello del trasformatore, utilizzato per ridurre le perdite di corrente.
L’emissione di un campo magnetico alternato può essere, invece ulteriormente ridotto, come sottolinea Minach, rispettando delle semplici regole, cioè disponendo l’inverter, il trasformatore ed i cavi di trasmissione della corrente alla rete ad una sufficiente distanza dai luoghi di maggiore permanenza lavorativa o residenziale delle persone, è possibile rendere praticamente del tutto trascurabile l’esposizione al campo magnetico (inferiore a 0,2 µT).
Per impianti piccoli sono sufficienti 1-2 metri di distanza, mentre per impianti più grandi, sempre in dipendenza della corrente prodotta, la distanza può aumentare a diversi metri.
L’APPA invita, pertanto, i cittadini che intendono realizzare un impianto a pannelli fotovoltaici di chiedere espressamente alle ditte di tenere conto non solo della parte tecnica, ma anche dell’aspetto radiprotezionistico e, quindi, di valutare attentamente il posizionamento delle relative istallazioni secondo i criteri precedentemente indicati.
Fonte: www.provincia.bz.it
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