IMU terreni agricoli: i potenziali scenari per il 2015
IMU terreni agricoli, l’impasse non è ancora stata superata: la questione IMU terreni agricoli non è stata trattata nel Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi e pertanto tutto resta come prima, almeno per adesso. Nel frattempo, proprio oggi, il TAR Lazio deciderà se confermare o meno la sospensiva stabilita per decreto dal presidente del Tribunale amministrativo lo scorso 23 dicembre.
Il decreto del presidente del TAR ha infatti censurato “l’assoluta incertezza dei criteri applicativi” e “l’irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene”, legata al fatto che il destino fiscale del proprietario dipende dalla collocazione del centro del Comune e non da quella del terreno.
Il tribunale amministrativo deciderà se confermare o meno la sospensiva, ma la bagarre intorno all’IMU terreni agricoli non finirà certo oggi. Sui tavoli dei giudici amministrativi sarà infatti presente la sospensiva e non l’esame nel merito del decreto ministeriale incriminato ed i suoi parametri contestati.
Per un breve riassunto della questione leggi l’articolo IMU terreni agricoli, la storia infinita: salta il rinvio a gennaio.
Se la sospensiva verrà confermata, i contribuenti potranno dimenticare la scadenza del 26 gennaio e aspettare la decisione nel merito. Se la sospensiva sarà negata, riprenderebbe vigore il termine del 26: creando l’ennesima situazione di caos.
La conseguenza probabile degli avvenimenti di questi giorni dovrebbe essere la seguente: ovverosia una “non sanzione” sui mancati pagamenti vista la situazione di totale incertezza. Il tutto in attesa che il Governo esamini la questione IMU terreni agricoli una volta per tutte, cancellando – come vorrebbero i sindaci – il criterio altimetrico e sostituendolo con quello che innesta la geografia della nuova base imponibile alla classificazione sintetica dell’ISTAT.
Quest’ultima classificazione suddivide i Comuni in 3 categorie:
– Comuni montani (3.516 in tutto, con tutti i terreni sarebbero esentati);
– Comuni parzialmente montani (652, con l’esenzione che andrebbe a toccare solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali);
– Comuni non montani (3.880: in questo caso pagherebbero tutti, come avviene tuttora ora).
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