IMU, i poteri dei Comuni in attesa della prima rata
Con il Decreto “Salva Italia” il governo Monti ha fissato le aliquote dell’Imu, pari allo 0,76% per la generalità degli immobili e dello 0,4% per le abitazioni principali e le relative pertinenze.
Entro il 20 giugno dovranno versare la prima rata, in base alle aliquote fissate dallo Stato.
I Comuni potranno ridurre di 0,3 punti percentuali, sia in aumento sia in diminuzione, l’aliquota sulla generalità degli immobili, che quindi può variare tra l’1,06 e lo 0,46%. La modifica può invece essere di 0,2 punti percentuali per l’imposta sulla prima casa, che quindi può essere compresa dentro la forchetta dello 0,2-0,6%.
Dovrà essere versato, come da decreto sulle semplificazioni fiscali, il 50% dell’importo dovuto in base alle aliquote fissate dalla manovra Monti, senza tener conto delle decisioni dei Comuni.
Le amministrazioni comunali, infatti, possono decidere modifiche fino al 30 di giugno: il contribuente dovrà tenerne conto a dicembre quando verserà il saldo 2012. Attenzione: i valori base su cui applicare le aliquote dovranno essere calcolati applicando il nuovo moltiplicatore deciso per gli estimi, che per le abitazioni è pari a 160 (mentre in precedenza era pari a 100).
La manovra prevede la detrazione per la prima casa pari a 200 euro, fino a concorrenza dell’imposta dovuta.
Per il biennio 2012-13 è prevista una maggior detrazione di 50 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 27 anni, purché abbia la residenza anagrafica nella residenza. La detrazione massima, comunque, non può superare i 400 euro.
“I Comuni rinnovano l’appello al governo perché conceda l’esenzione totale dall’Imu per il patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Questa misura è vitale per la difesa di un settore già fortemente provato in questi anni dalla mancanza di una politica nazionale sulla casa”. E’ quanto ribadisce Claudio Fantoni, delegato Anci alle politiche abitative che ha presieduto a Bologna i lavori della consulta casa dell’ associazione.
Secondo Fantoni, che è anche assessore alle politiche abitative a Firenze, la strada dell’esenzione è obbligata, non solo in considerazione delle condizioni previste dalla vecchia Ici, ma anche per ricavare risorse utili soprattutto in questa fase di crisi economica.
“L’esenzione – precisa il delegato Anci alle politiche abitative – potrebbe consentire di recuperare ogni anno una somma di 150 milioni di euro, sulla base di una previsione di una imposta media di circa 400 euro relativa ai circa 750 mila alloggi regolarmente assegnati dagli ex Iacp, e tenuto conto delle detrazioni di 200 euro prevista per gli alloggi stessi”. Risorse da utilizzare ogni anno per la “manutenzione degli alloggi esistenti e la realizzazione di nuove unità abitative”.
Durante la riunione della Consulta Casa è stato presentato il progetto sperimentale che il Comune di Bologna ha avviato per l’autorecupero di nove immobili di sua proprietà, coinvolgendo nei lavori di ristrutturazione i futuri assegnatari degli alloggi.
Gli ‘autorecuperatori’, scelti tramite bando pubblico e costituiti in cooperativa, saranno affiancati nei lavori edili di ristrutturazione, da un’associazione temporanea di scopo formata da Consorzio abn-abn network di Perugia, Cooperativa Sociale ABCittà di Milano, Associazione Xenia di Bologna, individuati dal Comune di Bologna come partner tecnici dell’intero progetto.
Al termine dei lavori la cooperativa degli autorecuperatori stipulerà con il Comune di Bologna una convenzione per la cessione del diritto di superficie degli immobili della durata di 99 anni, allo scadere dei quali gli immobili rientreranno nella proprietà comunale. Il corrispettivo versato per la costituzione del diritto di superficie sarà reimpiegato dal Comune per aumentare le opportunità abitative in città.
“L’amministrazione crede molto in questo progetto, ed e’ molto impegnata affinché esso parta il prima possibile”, afferma Riccardo Malagoli assessore alle politiche abitative e coordinamento quartieri del Comune di Bologna. L’obiettivo è “sia produrre lo sperato effetto calmiere sui prezzi di mercato, sia quello di contribuire a compensare le sempre più esigue risorse destinabili alla manutenzione del patrimonio residenziale comunale”.
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