Emilia Romagna: “patto” da 100 mln contro il disagio abitativo
Cento milioni di euro in arrivo per l’housing sociale in Emilia-Romagna. Con un obiettivo preciso: contrastare il disagio abitativo che affligge fasce sempre più ampie della popolazione, a partire dai giovani.
Con il protocollo di collaborazione tra sei Fondazioni bancarie e Regione, si consolida infatti il percorso verso la costituzione di un Fondo immobiliare etico per l’housing sociale: una tappa decisiva che consentirà di costituire in poco tempo uno strumento strategico per le politiche abitative regionali.
“Opereremo perché questa nuova misura possa potenziare il Piano Casa dell’Emilia-Romagna – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore all’Edilizia della Regione.
Siamo perfettamente consapevoli di quanto la casa sia centro degli affetti e luogo di vita per ognuno; a maggior ragione, in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando, è necessario impegnarsi per dare risposte a chi è più esposto al disagio abitativo, e quindi giovani coppie e studenti.
Grazie alle Fondazioni – ha aggiunto l’assessore – mettiamo in moto 100 milioni di euro, che consentiranno di riqualificare ‘pezzi’ di città e mettere a disposizione circa 2000 appartamenti in più”.
Il Fondo immobiliare etico
Il Comitato promotore del Fondo immobiliare etico, costituito da sei importanti Fondazioni bancarie regionali – Fondazione Carisbo, Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione CR Piacenza e Vigevano, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – in accordo con la Regione sta perfezionando la costituzione di un fondo immobiliare chiuso per rispondere al disagio abitativo che colpisce fasce crescenti di popolazione (in prima battuta giovani coppie e studenti) con redditi medio-bassi, insufficienti per accedere alla casa in proprietà, ma anche per confrontarsi con il libero mercato dell’affitto.
Il Fondo sarà gestito da una Società di gestione del risparmio (Sgr) con criteri etici e non speculativi.
Con la sottoscrizione del protocollo, il Comitato si impegna a condividere con la Regione finalità e criteri che ispireranno l’attività del Fondo immobiliare.
Il protocollo pone così le basi per definire la struttura e il funzionamento del Fondo, e per una valutazione dei modi e tempi di una partecipazione dell’amministrazione regionale alle operazioni.
Il Fondo immobiliare avrà un patrimonio iniziale di 35 milioni di euro che consentirà di accedere al Sistema integrato di fondi nazionale e locale (con una dotazione di oltre 2,6 miliardi di euro, di cui 1 miliardo della Cassa depositi e prestiti, 150 milioni del ministero del Tesoro e 1,5 miliardi da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali, Allianz e una decina di casse di previdenza private) previsto dal cosiddetto “Piano Casa”.
In questo modo si attiveranno ulteriori risorse per la partecipazione a Fondi immobiliari di carattere etico locali nella misura pari al 40% del patrimonio.
Il Fondo si avvarrà inoltre di accordi con le amministrazioni locali per la disponibilità di aree e immobili da destinare a interventi di edilizia sociale come previsto dal Piano territoriale regionale. Complessivamente, a regime, il Fondo sarà in grado di attivare interventi per oltre 100 milioni di euro.
Uno strumento in più, che si va a sommare alle diverse misure già varate dalla Regione sul tema “casa”: i finanziamenti destinati attraverso il Bando per le giovani coppie, il Programma 3000 case per l’affitto e la prima casa di proprietà, e il “Piano casa” regionale esplicitato con la legge regionale 6/2009 a cui si aggiunge la recentissima sottoscrizione dell’Accordo di programma, con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, denominato “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”.
Fonte: www.regione.emilia-romagna.it
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