Efficienza energetica: la strada del taglio dell’IVA è percorribile?
Ridurre le aliquote IVA al fine di favorire l’efficienza energetica degli edifici residenziali in ambito europeo: una proposta concreta in questi giorni al vaglio della Commissione europea.
Stiamo cercando di capire – ha affermato Miguel Arias Cañete, commissario europeo per l’azione per il clima e l’energia – se l’IVA può essere uno strumento efficace per promuovere gli investimenti in efficienza energetica. Gli strumenti finanziari ora a disposizione non sono adatti a supportare gli investimenti più piccoli come le ristrutturazioni edilizie. La Commissione pertanto cercherà di sviluppare nuovi strumenti finanziari per promuovere l’ammodernamento degli edifici con la collaborazione della Banca europea per gli investimenti e altre istituzioni finanziarie come le banche nazionali”.
La possibile misura di contenimento dell’imposta sul valore aggiunto si appresta a nutrire un interessante dibattito a livello europeo: una sentenza della Corte di giustizia europea ha infatti recentemente confermato l’illegalità dell’aliquota IVA ridotta al 5% applicato dalla Gran Bretagna ai materiali efficienti sotto il profilo energetico per incentivare l’efficienza energetica degli edifici, stimolando la reazione del massimo organo esecutivo dell’Unione. Nonostante la sentenza abbia stroncato l’iniziativa britannica introdotta con il “Green Deal”, la Commissione europea ha apprezzato il principio posto alla base di questa iniziativa: ridurre l’IVA sui materiali da costruzione per incentivare l’efficienza energetica.
Il tutto deve inoltre inserirsi all’interno di un contesto di progresso verso il futuro che dovrà inevitabilmente defluire verso l’efficienza energetica: secondo un gruppo istituito dalla Commissione europea e dall’United Nations Environment Programme (UNEP) Finance Initiative, gli investimenti privati in ristrutturazioni energeticamente efficienti dovrebbero quintuplicare entro la scadenza del 2030.
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