Dismissioni immobili pubblici, necessaria valutazione di un giudice

Sono numerose negli ultimi tempi le dismissioni di beni pubblici causate da esigenze di bilancio da parte degli enti pubblici: proprio a questo riguardo assume notevole rilevanza la pronuncia del Consiglio di Stato che ha annullato la bocciatura effettuata dal TAR Veneto nei confronti di un ricorso presentato da Italia Nostra, l’associazione per la salvaguardia e la conservazione dell’ambiente e del territorio in Italia, contro la permuta dei Palazzi Storici dell’Università Ca’ Foscari, Ca’ Bembo, Ca’ Cappello e Palazzo Cosulich con la palazzina ex Enel, dichiarandolo “inammissibile per difetto di giurisdizione”.

“Si tratta di un’importante vittoria anche per le tesi che Italia Nostra da sempre difende a livello nazionale – ha sottolineato l’associazione in un comunicato – per cui le procedure di dismissione dei beni pubblici non possono essere esenti da valutazione da parte di un giudice terzo. Valutazione che risulta marginale quando ad essere alienati sono capannoni, caserme o magazzini, rivelandosi invece centrale quando ad essere ceduti sono immobili di valore storico-artistico, per giunta adibiti ad un servizio pubblico fondamentale come l’educazione”.

Per approfondire il tema consulta la Pagina speciale di Ediliziaurbanistica.it dedicata ai Beni demaniali.

Secondo l’Associazione “le procedure di sdemanializzazione e di decisione di alienazione dei beni pubblici sono attività di diritto pubblico e come tali sottoposte alla giurisdizione amministrativa, mentre solo i successivi contratti di vendita sono atti di diritto privato sottoposti alla giurisdizione ordinaria”. Ora il TAR Veneto dovrà necessariamente pronunciarsi sulla questione, con l’Associazione Italia Nostra che dispone di 90 giorni di tempo per “riassumere” il giudizio dinanzi al medesimo TAR.

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