Consumo suolo, Zaia propone l'”Edificazione Zero” in Veneto
Il Veneto rischia in futuro di dover gestire, non il tema dell’archeologia industriale, ma quella residenziale – così ha dichiarato alcuni giorni fa Luca Zaia. presidente della Regione Veneto – .
“Questa continua visione di abbandonare le vecchie abitazioni, soprattutto nei paesi, e andare a costruire in una nuova lottizzazione depaupera il territorio e ciò fa venire meno il valore patrimoniale delle famiglie – ha aggiunto – . Ci sono case nei centri abitati, nei paesi, che non hanno piu valore, non hanno mercato. Fatti salvi i diritti acquisiti, il vero valore è quello di non consumare più un metro quadro di territorio e di recuperare tutto quello che c’è”.
Per il presidente del Veneto la vera sfida per il Veneto è una edificazione zero.
“Non voglio polemiche con le associazioni ma perchè prima di pensare ad un metro quadro nuovo residenziale non si recupera tutto quello che c’è?In Svizzera lo fanno dove, per stress del mercato, si recupera tutto l’esistente e se non piace si demolisce l’immobile per poi ricostruire ma nello stesso posto”.
La proposta ha trovato il consenso di Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera che ha ricordato come la proposta di legge per il contenimento del consumo di suolo e per la rigenerazione urbana sia stata una delle prime che ho presentato in questa Legislatura, anche in base al testo concordato dall’ex ministro Catania con le Regioni, e sarà una delle prime leggi che il Pd metterà in discussione alla Camera.
“Rilanciare l’edilizia è una priorità per la nostra economia e per l’occupazione, ma un nuovo sviluppo del settore non può che essere legato alla qualità, all’innovazione, all’efficienza energetica, alla sicurezza antisismica – ha precisato Realacci – . Per questo è fondamentale stabilizzare l’eco-bonus del 55% per il risparmio energetico in edilizia, in scadenza a giugno, ed estenderlo anche al consolidamento antisismico degli edifici.
Il sistema di agevolazione fiscale del 55% si è dimostrata infatti una misura di grande importanza: ha attivato oltre 1.400.000 interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti, e la creazione di oltre 50 mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti, soprattutto nelle migliaia di piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto”,
© RIPRODUZIONE RISERVATA