Comuni Ricicloni 2014: l’Italia compie importanti passi in avanti
L’Italia si muove verso una prospettiva “rifiuti free”? La strada è lunga, ma la marcia sembra intrapresa con decisione. Si è svolta ieri a Roma la cerimonia di consegna dei premi della ventunesima edizione di “Comuni Ricicloni 2014”, l’iniziativa che premia comunità locali, amministratori e cittadini che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti. Ed i risultati sono incoraggianti.
Raccolta differenziata avviata a riciclaggio ed acquisti di beni, opere e servizi che abbiano valorizzato i materiali recuperati provenienti dalla raccolta differenziata stessa: sono questi gli elementi centrali che dovrebbero fungere da attività concreta alla base di una corretta coscienza civica ed ecologica. E sono queste due attività-barometro nella stesura delle graduatorie che definiscono i Comuni italiani virtuosi.
Comuni Ricicloni: dati e risultati
Il “magic number” è 1328: ammontano a questo numero infatti i Comuni campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, corrispondenti al 16% delle amministrazioni d’Italia, per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13,7 per cento della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo (e pure la “green economy”, che nutre circa 150mila posti di lavoro). Per poter accedere alle classifiche i Comuni devono aver raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata.
Riciclo: nord virtuoso, ma anche il centro-sud migliora
Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le Regioni con la più elevata concentrazione di Comuni Ricicloni: ma quella che spicca è la evidente novità della crescita dei Comuni virtuosi nel riciclo nel centro-sud, i quali transitano dal 15 al 20% del totale nazionale. Freccia verso l’alto, in particolare, per i comuni virtuosi nelle Marche (aumento del 15% in un anno): interessante constatare come qui, semplicemente, sia stata applicata in maniera intelligente la legge nazionale, prevedendo un tributo di 20 euro a tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni: premi e penalità che le amministrazioni comunali sono invitate (applicando tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia) a trasferire ai cittadini, riducendo drasticamente le tariffe da pagare ai più virtuosi.
Milano migliora
Interessante anche la crescita del Comune di Milano, il quale si avvicina, per l’anno 2013, al 50% di differenziata: con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna nella speciale classifica. “Insomma, in una Italia bloccata, da riformare nella gestione dei rifiuti – spiega Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente e coordinatore della giuria – anche questi Comuni virtuosi crescono ed evidenziano chiaramente una virtuosa direzione di marcia per tutti gli altri, grandi e piccoli, Comuni d’Italia”.
Prospettive “Rifiuti Free”
Esistono poi Comuni che sono riusciti a ridurre del 90% circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono infatti circa 300 quelli che durante il 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro-capite nazionale si assesta sui 550 chili annui: si tratta di Empoli (Toscana, 48mila abitanti), Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto (Veneto, tutti attorno ai 30mila abitanti). Le metodologie usate per ottenere questi grandi risultati? Ad esempio la raccolta “porta a porta”, la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche di prezzo che premiano il cittadino virtuoso con una riduzione della tassa sui rifiuti se separa correttamente i materiali.
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