Bonus 55%, proroga per 3 anni nel nuovo Decreto Sviluppo
Proroga del bonus del 55% per 3 anni, defiscalizzazione per l’impresa che si aggiudica una concessione per la costruzione e la gestione di un’opera pubblica e deducibilità del reddito d’impresa di un importo pari agli aumenti di capitale effettuati e destinati a realizzare opere strategiche.
Sono alcune delle misure probabilmente presenti nella bozza del decreto sviluppo che il Governo vuole presentare nei prossimi giorni.
Bonus 55%
Il bonus del 55% in scadenza a fine anno dovrebbe essere confermato per altri tre anni anche se con alcune modifiche. Si parla di riduzione dei tetti di spesa in funzione di unità di prodotto installato,e riduzione dell’aliquota per interventi ormai ritenuti dall’Enea di più facile praticabilità.
Sulla detrazione fiscale Aniem chiede di restringere gli incentivi solo a edifici nuovi e di pregio.
“Gli interventi messi in campo, infatti, poco hanno a che fare con l’edilizia in senso generale, ma molto con gli impianti o gli infissi non generando un vero sostegno di sistema, ma solo di alcuni settori. L’Associazione crede che questa illusione sia oltretutto deleteria se si cerca di dare uno sbocco possibile ad una crisi sistemica dell’edilizia attraverso visioni rivolte al futuro”.
Secondo il Vicepresidente Lapo Borghi “Se il futuro sta nella rigenerazione degli asfittici sistemi urbani, riducendo il consumo del territorio e spingendo la riqualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione, che senso ha incentivare l’investimento in risparmio energetico in edifici che diversamente dovrebbero essere demoliti e che non garantiscono sicurezza dal punto di vista strutturale o impiantistico?”
Forse è giunta l’ora, secondo l’Associazione di rendere selettivi gli incentivi e non ridurne l’entità come previsto dalla manovra bis. Cioè, renderla mirata agli edifici di pregio, nei centri storici, o quelli semi recenti, ma tagliare fuori l’edilizia post bellica senza pregio per favorire interventi di riqualificazione urbana come vero volano dell’edilizia del futuro.
“Basti pensare che in Italia ci sono 11 milioni di edifici edificati dal dopoguerra al 1971: il 44,6% delle abitazioni italiane è stato costruito in questo arco temporale.
In un contesto simile pensare di intervenire in modo generalizzato sulla riqualificazione energetica e sulle prestazioni termiche di immobili spesso irrimediabilmente energivori pare, secondo l’Aniem insensato: occorre coniugare sostenibilità e redditività degli investimenti con obiettivi sociali ed ambientali realmente perseguibili”.
Le altre misure in preparazione
Sulla defiscalizzazione per gli investimenti privati che partecipano alla realizzazione di una infrastruttura con il project financing ,gli sgravi riguarderebbero l’ires e l’irap.
L’incentivo consisterebbe nella deducibilita’ dal reddito di impresa delle cifre corrispondenti agli aumenti di capitale destinati agli investimenti in infrastrutture. Tra le varie proposte che circolano figura anche la possibilita’ di sospensione per alcuni anni del canone concessorio.
Tra le ipotesi anche il rilancio della collaborazione pubblico-privato per le opere pubbliche, ovvero attribuire il 25% del maggior gettito iva derivante dalle operazioni di realizzazione di una infrastruttura e dei relativi servizi, alla societa’ affidataria della costruzione e della gestione. Il gettito iva andrebbe in sostituzione, totale o parziale, del contributo pubblico all’opera.
Nel decreto si parla anche di velocizzazione dell’iter per avere l’autorizzazione alla realizzazione dell’infrastruttura.
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