Appalti: in Gazzetta le nuove norme sul contenzioso
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 del 12 aprile u.s. è stato pubblicato il Decreto Legislativo 20 marzo 2010, n. 53 contenente l’ attuazione della direttiva europea (2007/66/CE) che modifica le procedure di ricorso in materia d’aggiudicazione degli appalti pubblici.
Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore il 27 aprile p.v., prevedono lo spazio di 30 giorni come termine massimo per impugnare l’aggiudicazione; l’annuncio della lite, peraltro, sarà sufficiente a bloccare l’ente appaltante che non può più firmare il contratto sino alla decisione del giudice sulla richiesta di sospensiva.
La firma del contratto potrà avvenire 35 giorni dopo l’aggiudicazione per consentire la presentazione di eventuali ricorsi.
Come già anticipato, resta possibile il ricorso all’arbitrato, la cui disciplina viene comunque significativamente modificata.
Il lodo potrà essere impugnato (nel periodo che va da 60 a 120 giorni dal deposito), oltre che per vizi formali, anche per violazione delle regole relative al merito della controversia, sono fissati criteri più rigorosi di incompatibilità per l’arbitro presidente e vengono posti limiti ai costi del giudizio arbitrale.
In particolare, i compensi per l’intero collegio arbitrale, composto da presidente e due arbitri, non potranno superare i 100.000 euro: tale importo potrà essere adeguato ogni tre anni sulla base degli indici Istat.
Nella fase di esecuzione, gli enti pubblici dovranno verificare la possibilità di pervenire ad un “accordo bonario”; solo una volta esperito tale tentativo sarà possibile il ricorso giudiziario.
Fonte: Aniem
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