Amianto: ecco le azioni da intraprendere (anche a livello regionale)
È stata celebrata ieri una data importante come la Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto: un argomento doloroso ed ancora attualissimo, dal momento che a oltre 20 anni di distanza dalla sua messa al bando, in Italia l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme.
In questo senso le stime di Cnr-INAIL mettono in luce 32 milioni di tonnellate presenti ancora nel paese, mentre il Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’Ambiente conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto.
Ma soffermiamoci su 2 punti di rilievo che possono consentire di tracciare una linea definita della situazione in materia in Italia:
1. Piano Nazionale Amianto. Nel marzo del 2013 i ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Ambiente hanno approvato il Piano Nazionale Amianto: le misure di questo Piano, secondo Legambiente “se fossero messe in campo darebbero una svolta vera alla situazione”, ma il Piano è purtroppo oggi fermo in Conferenza Stato Regioni, dove, per mancanza di fondi, continua ad essere rimandata la sua discussione”.
2. Piani Regionali. Nonostante la legge 257/1992 prevedesse Piani Regionali Amianto da redigere entro 180 giorni dalla sua pubblicazione, ad oggi Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non li hanno ancora approvati. Nel frattempo il censimento, fondamentale per calcolare le quantità da recuperare è stato realizzato (in maniera disomogenea) solo in 10 Regioni. Gli edifici pubblici e privati contenenti amianto, spiegano da Legambiente, sarebbero più di 188mila cui vanno aggiunti i 6913 siti industriali dislocati su tutto il territorio nazionale e altre strutture contenenti la pericolosa fibra”.
Il tema è delicato: “Ogni anno – si spiega in un Report di Legambiente – in Italia muoiono ancora 4mila persone per tutte le malattie asbesto correlate, con oltre 15mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2008″.
Ma quali sono le azioni che sarebbe necessario pianificare il prima possibile? Ecco le priorità elencate da Legambiente: impalcare un’operazione pervasiva per consentire l’avvio rapido delle bonifiche dei siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici ancora contaminati, attraverso l’attuazione di quanto previsto nel piano nazionale stesso. Un primo passo fondamentale sarebbe lo stanziamento di circa 20 milioni di euro, da attuare con il sistema degli incentivi per la sostituzione eternit/fotovoltaico, che condurrebbe alla bonifica di oltre 10 milioni di metri quadri di coperture in cemento amianto. In ultima istanza viene auspicata l’approvazione del disegno di legge sugli ecoreati, che dovrebbe essere presto discusso in aula presso la Camera dei deputati).
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