Nel contesto amministrativo, una recente sentenza del Consiglio di Stato, numero 5535 del 21 giugno 2024, ha chiarito importanti aspetti giuridici relativi all'adeguamento dei canoni per le concessioni demaniali marittime. Questa decisione segna un punto di riferimento cruciale per gli operatori della Pubblica Amministrazione coinvolti nella gestione del demanio marittimo
Concessioni demaniali
La questione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative è stata oggetto di un lungo e complesso dibattito giuridico in Italia, culminato in una serie di decisioni chiave che hanno evidenziato il contrasto con il diritto dell'Unione Europea e la necessità di riforme legislative coerenti con i principi di libertà di stabilimento e concorrenza
Il Consiglio di Stato, (Sez. VII), con la sentenza del 19 marzo 2024, n. 2679 ha stabilito che le norme legislative nazionali che prevedono la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per scopi turistico-ricreativi, compresa la moratoria introdotta a causa dell'emergenza Covid-19, sono in contrasto con il diritto comunitario
Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, con sentenza del 22 maggio 2023, n. 350, fornisce alcuni chiarimenti riguardanti l'affidamento delle concessioni demaniali marittime
Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga alla fine del 2024 delineata dal Governo in relazione alle concessioni balneari
Come è noto, l’art. 35 del Testo Unico Edilizia (DPR n. 380/2001) disciplina l’ipotesi dell’abuso edilizio commesso su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici
L’ANAC è intervenuta con un atto di segnalazione in relazione al discusso tema delle concessioni di beni demaniali, come la gestione delle spiagge e dei servizi balneari