Un caso di abuso edilizio in zona protetta mette in luce i limiti della legge sul condono, sancendo l'impossibilità di sanare opere che modificano superficie e volumetria
In primo piano
Una recente sentenza del Consiglio di Stato, sez. VII, n. 688 del 29 gennaio 2025, ha stabilito che l'annullamento d'ufficio di un titolo edilizio in sanatoria, se avviene dopo un lungo periodo di tempo dall'emissione del provvedimento originale, deve essere accuratamente motivato. Questo deve avvenire tenendo conto non solo dell'interesse pubblico attuale e concreto ma anche degli interessi dei privati coinvolti.
Nel recente decreto Milleproroghe, il Senato ha integrato emendamenti cruciali per le Province, spingendo avanti importanti progetti infrastrutturali e amministrativi grazie all'influenza dell'Unione delle Province d'Italia (UPI)
La violazione del divieto di abbandono di rifiuti comporta una serie di conseguenze giuridiche significative, che si radicano nei principi di responsabilità ambientale, in particolare quelli di "chi inquina paga" e della correzione alla fonte dei danni ambientali. La sentenza del Consiglio di Stato numero 456 del 22 gennaio 2025, conferma e rafforza l'interpretazione di questi principi
L'articolo affronta il tema complesso della classificazione delle piscine nel contesto edilizio e urbanistico, concentrandosi in particolare su una recente sentenza del TAR Sicilia n. 288 del 3 febbraio 2025, (Sez. IV). Secondo tale sentenza, la distinzione tra una piscina come nuova costruzione o come pertinenza di un'immobile esistente dipende dalle dimensioni specifiche e non da principi astratti.
La sentenza del TAR Campania, Sezione II, del 3 febbraio 2025, n. 878, ha stabilito un importante principio in merito alla giurisdizione sugli atti comunali relativi all'indennità di occupazione sine titulo di immobili comunali. Secondo questa decisione, tali atti non sono considerati espressioni di discrezionalità amministrativa, bensì di un potere vincolato.
In una recente decisione, il TAR Campania, con la sentenza n. 255 del febbraio 2025, ha chiarito un punto fondamentale riguardante le istanze di condono per opere realizzate in aree vincolate: il decorso dei termini senza una risposta esplicita non implica un assenso automatico, soprattutto se segue un parere negativo da parte delle autorità competenti