Basta alle opere incompiute: gli Architetti presentato il loro piano
Opere pubbliche incompiute, tempo di dire basta. Ad invocare tale concetto è il presidente del Consiglio nazionale degli architetti Leopoldo Freyrie: il nuovo Codice degli appalti, “eviti gli errori che hanno consentito lo svilupparsi del fenomeno, tipicamente italiano, delle opere pubbliche incompiute” ha auspicato Freyrie durante il convegno “Opere incompiute: quale futuro?”.
La strada da percorrere, secondo il principale rappresentante delle categorie di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, è quella del “ricorso alle procedure concorsuali, le sole che possono garantire architetture di qualità, della condivisione dei progetti con le comunità, di una seria programmazione che metta a sistema le potenzialità economiche e le risorse disponibili. Tutto ciò potrà evitare scelte che scelte politiche sbagliate, troppo spesso dettate dai favoritismi, provochino ritardi e contenziosi, accrescendo sprechi di risorse sul piano ambientale, economico e sociale”.
All’orizzonte, Leopoldo Freyrie auspica vi sia “una stagione di interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione e che abbiamo come obiettivo quello della riduzione progressiva del suolo consumato, per arrivare a zero nei prossimi trenta anni. Il destino delle opere incompiute – conclude il rappresentante degli architetti – a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti, sta nel loro riuso e nella loro trasformazione”.
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