Riforma professioni, la ricetta di Alfano
L’utente finale, il cliente al centro della riforma delle professioni. Con una lettera inviata al presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, il ministro Alfano presenta la propria “ricetta” per riformare le categorie professionali e quella degli ingegneri in particolare.
In occasione del 55° Congresso nazionale degli ingegneri che si è chiuso venerdì scorso a Torino, si torna a parlare dell’annosa questione della riforma professionale che si annuncia come un tema caldo del prossimo autunno dopo la posizione del CNI rispetto alle proposte di legge Siliquini e Lo Presti e le polemiche nei confronti delle altre categorie professionali.
Nella mente del titolare del dicastero della giustizia, per una reale riforma della professione occorre scoraggiare la tendenza ai ribassi selvaggi e garantire un compenso adeguato per il lavoro fornito, chiedendo in cambio una più severa selezione dei futuri ingegneri e l’adozione di un programma di aggiornamento professionale continuo.
“La vera tutela dei consumatori non si realizza con la corsa al ribasso dei compensi professionali”, scrive Alfano, “ma garantendo con rigore la qualità del prodotto professionale. Riformare le professioni impone di trovare il giusto punto di equilibrio tra la tutela del consumatore cittadino, la tutela della dignità dei professionisti, la garanzia di un futuro dignitoso ai giovani meritevoli e il rispetto degli impegni comunitari”.
Gli fa eco il presidente Rolando, chiedendo la formazione professionale continua e obbligatoria per tutti e, parole che non faranno certo piacere agli ingegneri della sezione B, auspicando il ritorno al ciclo unico quinquennale universitario. E ancora maggiore chiarezza nella definizione delle competenze e uno snellimento delle procedure per consentire un esercizio del “lavoro dell’ingegnere” più concentrato sulle abilità professionali rispetto a quelle meramente burocratiche.
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