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Saga TASI 2014, il primo episodio termina il 16 giugno: tutti i dubbi
Lunedì prossimo scade il termine per pagare l'acconto: ma affiorano problemi in merito alla copertura finanziaria per i Comuni ritardatari
Il primo capitolo della “saga” della TASI 2014 si appresta a giungere all’epilogo tra pochi giorni: il 16 giugno infatti scocca la “dead-line”, ovvero la scadenza per il pagamento dell’acconto del tributo sui servizi indivisibili (pubblica illuminazione, anagrafe, manutenzione strade) nei Comuni che hanno deliberato le aliquote in materia: non va dimenticato che la TASI costituisce un’articolazione di rilievo del complessivo apparato della tassazione sulla casa 2014, la IUC (leggi su Ediltecnico l’articolo che riassume la struttura del tributo).
Per il momento i principali dubbi in materia alloggiano intorno alla prospettiva di un carico impositivo più ingente sulle spalle dei contribuenti che detengono una abitazione (leggi a tal proposito l’articolo Labirinto TASI: si pagherà di più rispetto agli anni scorsi?).
Ed alcune controversie affiorano con riferimento a alle abitazioni date in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado (ovvero i genitori che attribuiscono in comodato un appartamento ai figli): chi è tenuto al pagamento della TASI 2014? Alcuni chiarimenti sono forniti nel post IMU e TASI 2014: nelle abitazioni in comodato paga solo il proprietario, su Ediltecnico.it.
Nel frattempo emergono altre problematiche: il rinvio del pagamento della TASI ad ottobre (per i Comuni che non hanno definito aliquote e detrazioni per tempo) inserito all’interno del Decreto Irpef al Senato non sarà infatti neutrale per il bilancio dello Stato. Il provvedimento è anzi “suscettibile di recare effetti finanziari”, come affermano i tecnici del Servizio Bilancio della Camera.
Il problema si colloca sugli interessi inerenti alle anticipazioni corrisposte ai Comuni che hanno scelto il rinvio: i tecnici spiegano che “in proposito si segnala che, pur considerando che le somme erogate sono recuperate nel corso dell’anno, andrebbero prudenzialmente valutati gli effetti in termini di maggiori spese per interessi a carico del Bilancio dello Stato sulle quote corrisposte a titolo di anticipazione“. L’impatto sull’erario crea pertanto alcune difficoltà alla perfetta riuscita dell’operazione di anticipo di denaro da parte dello Stato.
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