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Riforma catasto: ecco la prima tessera del mosaico disciplinare
Competenze e composizione delle commissioni censuarie oltre a definizione dei terreni, questi i principali contenuti: ma c'è il nodo delle nuove rendite
Il primo decreto attuativo della delega fiscale in merito alla riforma del catasto è stato varato venerdì scorso: ora è previsto il passaggio in Parlamento per gli idonei pareri. Si tratta della prima tessera posta per la creazione del mosaico disciplinare della revisione complessiva del sistema estimativo del Catasto a livello territoriale.
Un punto critico emerso in maniera preponderante in questi giorni in relazione alla riforma è quello del timore di forti salassi fiscali sulle imposte sugli immobili causate dalla rivalutazione delle rendite catastali. La parola d’ordine, nelle stanze parlamentari, è “invarianza del gettito”: si sta cercando infatti di lavorare affinché la rimodulazione delle rendite non provochi un automatico rincaro sulle imposte a carico dei proprietari di immobili.
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Ma andiamo a vedere in sintesi i principali contenuti dello schema di decreto attuativo per la riforma del catasto:
– definizione della composizione, delle competenze e del funzionamento delle commissioni censuarie, a norma dell’articolo 2 della legge di delega fiscale (legge n. 23/2014);
– le commissioni censuarie nella bozza della riforma del catasto vengono ripartite in due parti: commissioni censuarie locali e commissione censuaria centrale con sede a Roma. Vengono definite le loro modalità di composizione: la commissione centrale in particolare conterà 25 componenti (Presidente escluso). Quello della composizione delle commissioni è un nodo di rilievo. La legge delega prevede che debbano essere composte anche da esperti, professionisti e magistrati indicati dalle associazioni del settore immobiliare, non solo da funzionari dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni;
– definizione delle sezioni: terreni, catasto urbano, catasto dei fabbricati;
– all’interno della bozza, la durata degli incarichi è stabilita in 5 anni.
“Siamo comunque certi che le Commissioni parlamentari di Senato e Camera richiederanno al Governo di apportare le dovute modifiche alle parti che sono a rischio di incostituzionalità”, affermano i rappresentanti di Confedilizia; in particolare, il presidente dell’organizzazione Corrado Sforza Fogliani ha spiegato molto chiaramente: “Se lo schema di decreto fosse stato sottoposto a pubblica consultazione, come è ormai d’uso in molte amministrazioni e come si era chiesto, prima di essere portato in Consiglio dei Ministri, si sarebbe accelerato l’iter di una riforma attesa dal Paese, che si aspetta che l’attuale Catasto venga adeguato ai valori e ai redditi che caratterizzano un tempo di crisi del settore immobiliare che non conosce precedenti nella storia dello Stato unitario”.
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