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Riforma del catasto: alla fine ci rimette sempre il contribuente?
Il riordino del catasto condurrà ad un ulteriore aumento del prelievo fiscale sulla casa? I dubbi di cittadini e addetti ai lavori
La riforma del catasto porrà ulteriori oneri tributari sulle spalle dei vessati contribuenti italiani? È quello che sembra emergere dai pareri e dalle opinioni che in questi giorni si stanno affastellando in merito alla nuova conformazione del catasto nel nostro paese.
Un cambiamento che va contro i contribuenti, secondo il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani (leggi in proposito l’articolo Riforma catasto: ecco la prima tessera del mosaico disciplinare): mentre altre rilevanti opinioni palesano la possibilità reale che le nuove rendite allineate ai valori di mercato siano destinate a crescere in alcune città fino a dieci volte rispetto ai valori odierni. Per fare un rapido esempio, in un Comune come quello di Roma il nuovo valore della base imponibile IMU su un appartamento di medie dimensioni raddoppierebbe.
Questo potrebbe chiaramente trasformarsi in un ulteriore aumento del prelievo fiscale sugli immobili (come se non bastasse la “batosta TASI” di queste settimane): ora è tutto nelle mani dei sindaci i quali, attraverso la rimodulazione delle aliquote e delle agevolazioni sulle imposte, avranno la responsabilità di gestire la situazione.
Nel frattempo si attendono gli altri decreti attuativi che andranno a completare il rinnovato assetto della materia: l’interrogativo che aleggia sul completamento del quadro disciplinare giace sul concetto di “invarianza di gettito”. Si riuscirà a completare il riordino senza colpire ancora le tasche dei cittadini?
A cura di Marco Brezza
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