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Decreto PA, scompaiono (per ora) le norme sull'edilizia
Riuso, rigenerazione urbana sostenibile e requisiti accesso alle gare nei lavori pubblici: non c'è più traccia di questi temi nel testo di legge

Le norme relative all’edilizia che erano contenute nel testo del decreto legge n. 90/2014, il Decreto che dà vita alla riforma complessiva della Pubblica Amministrazione, sono sparite. Infatti, ad eccezione delle norme inerenti al modulo unico semplificato per gli adempimenti in edilizia, la restante parte del corpus normativo inerente alla materia (tra cui riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e nuovi requisiti per l’accesso gare nei lavori pubblici) pare essere stato stralciato dal provvedimento.

Secondo i “rumors” provenienti dagli addetti ai lavori, presumibilmente in sede di conversione in legge. potrebbe essere ripristinata la parte relativa alle semplificazioni in edilizia, con alcune probabili modifiche.

Ad essere delusi e sconcertati da questo taglio netto sono gli Architetti del Consiglio nazionale che parlano di una finta riforma e denunciano come il testo pubblicato sia completamente diverso rispetto a quello circolato nei giorni scorsi.

“Nonostante gli annunci e i testi entrati in Consiglio dei Ministri le riforme annunciate sono scomparse nel Decreto PA”, precisa il CNAPPC in un comunicato stampa rilasciato ieri. “Se si fa eccezione per l’unificazione su tutto il territorio nazionale dei moduli SCIA e per il permesso di costruire – si legge nella nota – tutto il resto della riforma e semplificazione prevista per il settore dell’edilizia è stata eliminata in maniera inspiegabile“.

Per comprensere meglio la parte di riforma per ora “salva” leggi l’articolo Moduli unici semplificati presto in vigore in Italia: ecco le novità.

A finire al centro del mirino delle critiche è chiaramente il Governo, colpevole, a parere del Consiglio nazionale degli Architetti, di avere tolto di mezzo le norme sul riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e sull’abbattimento dei requisiti “quantitativi” per l’accesso alle gare nei lavori pubblici”.

Non aver reso maggiormente accessibile il mercato dei lavori pubblici riducendo i requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione, santifica l’esistenza di quelle vecchie regole discriminatorie che hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l’affidamento di servizi di architettura e di ingegneria”.

Si attende ora di vedere cosa accadrà in sede di conversione del decreto. 

Fonte: Ediltecnico


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