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L'edificio ecosostenibile del futuro? Il segreto è dentro la natura
Il progetto, creato da uno studio americano, utilizza l'algoritmo biologico di funghi e granturco per implementare una assoluta sostenibilità

La sfida dell’ecosostenibilità degli edifici attraversa il pianeta e prende spunto dalle composite ed intelligenti strutture presenti in natura: giunge infatti dalla lezione impartita dalla forma e dall’architettura biologica dei funghi l’idea per una torre cilindrica realizzata interamente con materiale biologico a base di steli di granturco e strutture filamentose dei funghi simili a radici (il micelio).

L’idea di progettazione, battezzata Hy-Fi, arriva da un “pool” di architetti di New York (Studio “The Living”) che proprio grazie ad essa hanno vinto il Premio MoMA PS1’s Young Architects Program sull’architettura sostenibile.

L’edificio: elementi naturali
Il progetto è caratterizzato da aspetti di eminente interesse, soprattutto dal punto di vista dell’attento utilizzo e della scelta dei materiali in un’ottica di accentuata polarizzazione dell’attenzione sugli stimoli provenienti dalla bioarchitettura: all’interno del progetto i mattoni che compongono la struttura dell’edificio sono stati creati attraverso una miscela dei due componenti organici (steli di granturco e filamenti di micelio) lasciati poi indurire per alcuni giorni. Una tecnologia sviluppata da Ecovative nel 2007, e fino a questo momento utilizzata solamente per creare materiale da imballaggio. Che possa divenire una delle prospettive di riferimento per gli edifici di un futuro prossimo?

Il mistero (svelato) dell’algoritmo biologico
La parola chiave del progetto è algoritmo biologico: “Il nostro progetto sarà la prima grande struttura fatta di questo nuovo materiale – spiega David Benjamin, uno dei membri del pool di progettisti – ed i mattoni biologici si prospettano come interessanti perché sfruttano l’incredibile algoritmo biologico delle radici dei funghi producendo un nuovo materiale da costruzione che si sviluppa in cinque giorni, senza sprechi, senza apporto di energia, e senza emissioni di anidride carbonica”.

E non finisce qui: nel progetto è infatti contenuto un altro importante passo verso la totale ecosostenibiltà dell’edificio, con riferimento al suo possibile smaltimento. I mattoni infatti sono completamente compostabili e possono pertanto essere utilizzati come fertilizzante.

Ipotetici modelli di futuro anche per la PA?
L’idea dei progettisti americani emette e diffonde stimoli anche per quanto riguarda le menti tecniche più recettive che lavorano nel mondo della Pubblica Amministrazione: in fondo l’efficienza energetica, la sostenibilità ed il corretto ed innovativo uso dei materiali sono elementi fondamentali per la progettazione e la costruzione di edifici pubblici “verdi” e ad elevato tasso di risparmio energetico.

A cura di Marco Brezza

Foto: Kris Graves


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