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Ampliamento centro postale: è dovuto il contributo di costruzione?
Poste Italiane richiedeva un permesso di costruire per l'ampliamento di un edificio: cosa afferma il Consiglio di Stato?
Una recente sentenza del Consiglio di Stato analizza un interessante caso in materia di permesso di costruire: ecco la vicenda. Poste Italiane richiedeva un permesso di costruire per l’ampliamento di un edificio utilizzato come centro postale meccanizzato, cercando di ottenere il beneficio concesso dalla legge 10/1977 secondo cui il contributo di costruzione non è dovuto “per gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici”.
Il Comune del territorio su cui insisteva l’edificio non era convinto dell’operatività dei requisiti idonei a far scattare la concessione del beneficio: ma il Consiglio di Stato, attraverso la sentenza n. 861 del 23 febbraio 2015 ha fugato ogni dubbio in merito alla possibilità per Poste Italiane di fruire di tale possibilità concessa dalla legge. L’art. 9 del suddetto strumento normativo stabilisce infatti che il regime concessorio agevolato possa esser utilizzato in caso di realizzazione di opera pubblica da parte di soggetti privati investiti della concessione, la quale a sua volta può avere ad oggetto lavori, o servizi pubblici, o entrambi.
Per approfondire il tema, anche attraverso il contributo di ulteriore giurisprudenza, potrebbe essere utile consultare il quesito risolto dalla nostra esperta autrice, Antonella Mafrica, intitolato Pagamento oneri per ampliamento di un centro postale meccanizzato da parte di Poste Italiane.
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