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Incentivi rinnovabili non fotovoltaiche: cambia tutto nel 2017
Dal 2017 il regime di contributi alle rinnovabili cambierà in base ai nuovi orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato per il settore energia
Incentivi agli impianti a fonti rinnovabili di energia (fotovoltaico escluso): è stato ufficializzato lo schema di decreto ministeriale che traccia la disciplina di questa materia.
Il decreto estende al 2016 il regime degli aiuti, prima della scadenza del 2017 quando il regime di contributi alle rinnovabili dovrà cambiare in base ai nuovi orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato per il settore dell’energia. Gli incentivi però potrebbero anche finire prima della fine del prossimo anno dato che l’agevolazione si blocca al raggiungimento della soglia dei 5,8 miliardi di euro come totale delle risorse impegnate dallo Stato per il sostegno alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche.
Efficienza e sostenibilità economica dei bonus sono i punti cardine della bozza, in ossequio alle linee direttive stabilite dalla Strategia energetica nazionale e alle linee guida in materia di aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente.
Una delle novità decisive del provvedimento sta nella modifica della modalità di calcolo rispetto al precedente decreto del 2012. La spesa misurata con il vecchio decreto conteneva infatti sia la spesa già maturata, relativa agli impianti in esercizio, che la spesa presunta, relativa agli impianti ammessi agli incentivi ma non ancora in esercizio. Con il nuovo decreto invece per gli impianti non ancora entrati in esercizio si misurerà la spesa presumibilmente effettiva, attribuendo cioè agli impianti una data di entrata in esercizio. Attraverso tali modalità, l’ammontare dell’incentivo non verrà attribuito subito ma sarà differito nel tempo, dando modo ai vecchi impianti prossimi a terminare il periodo di incentivazione di uscire dagli incentivi e di far calare la spesa, compensando a quel punto l’entrata in esercizio dei nuovi.
Il cammino per l’entrata in vigore del nuovo decreto è comunque ancora tutto da condurre innanzi: è ora necessario acquisire il parere della Conferenza unificata e quello dell’Authority dell’energia che potrebbero chiedere modifiche.
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