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Decadenza vincoli espropriativi su un terreno: consigli per il Comune
Una sentenza analizza il caso di un terreno rimasto privo di regolamentazione a causa della decadenza dei vincoli di natura espropriativa
Quali attività specifiche deve espletare un’amministrazione comunale a seguito della decadenza dei vincoli espropriativi su un terreno? Analizzando un orientamento consolidato della giurisprudenza, affiora il seguente concetto: qualora un terreno sia rimasto privo di regolamentazione a causa della decadenza dei vincoli di natura espropriativa, non vi è dubbio che il proprietario possa presentare un’istanza volta a ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica e che l’amministrazione sia tenuta a esaminarla, anche nel caso in cui la richiesta medesima non sia ritenuta suscettibile di accoglimento, con l’obbligo di motivare congruamente tale decisione.
L’obbligo gravante sul Comune, nel caso di decadenza di vincolo pre-espropriativo, va assolto attraverso l’adozione di una variante specifica o di variante generale, ovverosia attraverso gli unici strumenti che consentono alle amministrazioni comunali di verificare la persistente compatibilità delle destinazioni già impresse ad aree situate nelle zone più diverse del territorio comunale rispetto ai principi informatori della vigente disciplina di piano regolatore e alle nuove esigenze di pubblico interesse.
L’adempimento non elusivo dell’obbligo di attribuire la riqualificazione urbanistica alla zona rimasta priva di specifica disciplina a seguito della decadenza può pertanto essere espletato soltanto dallo specifico ed effettivo completamento del Piano regolatore generale per quella zona, mediante adozione di un provvedimento espresso (una variante) da parte del competente organo consiliare. In questo senso contribuisce a chiarire tali aspetti la sentenza del TAR Sicilia, sez. II Palermo, n. 2436 del 5 ottobre 2015.
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