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Sicilia, vincoli più stringenti per le installazioni eoliche: è polemica
Approvata la legge regionale in materia di tutela delle aree caratterizzate da vulnerabilità e valenze ambientali e paesaggistiche

Ok dalla Assemblea regionale siciliana per la approvazione della legge “Norme in materia di tutela aree caratterizzate da vulnerabilità e valenze ambientali e paesaggistiche“: si tratta di “una delle leggi più avanzate in Italia – ha spiegato il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta – per il controllo dell’eolico selvaggio. Con questa norma stoppiamo gli affari del boss latitante Matteo Messina Denaro e della mafia sull’eolico”. Il provvedimento fissa infatti paletti stringenti alla realizzazione di installazioni eoliche superiori a 200 kW.

“L’approvazione da parte dell’Ars della legge sulla tutela delle aree caratterizzate da vulnerabilità ambientale e valenze ambientali e paesaggistiche – ha detto l’assessore all’Energia Vania Contrafatto – dà finalmente regole certe per gli impianti eolici in Sicilia, favorendo lo sviluppo economico ma al tempo stesso salvaguardando il territorio e gli stupendi paesaggi della nostra terra. Un esempio di come, lasciando da parte pregiudizi e ideologie, si possano scrivere norme chiare a vantaggio dei cittadini e delle imprese”.

Dall’altro lato della barricata si alza la protesta dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento), secondo cui la Regione Sicilia sta continuando a percorrere la strada di una “opera di boicottaggio del settore eolico per mezzo di una legislazione così forzata da essere giudicata illegittima e di violazione rispetto a quando prescritto dalle norme nazionali e sovranazionali in materia di rinnovabili e riduzione della anidride carbonica”.

“L’ANEV ha in più occasioni denunciato pubblicamente l’illegittimità delle norme emanate dalla Regione Sicilia, come per altre regioni, vedendo confermate ogni volta le proprie previsioni e non esclude anche in questo caso la predisposizione di una segnalazione per evidenziare profili di illegittimità anche in relazione al dettato costituzionale”.


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