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Piano Casa Veneto: prospettiva rinnovo nel 2017?
Tutti i dati sui benefici apportati dal Piano Casa all'economia della Regione Veneto: buone ragioni per rinnovare tale esperienza
È andato in scena a Venezia lo scorso 3 dicembre il workshop intitolato “Quale futuro per il Piano Casa?”: presenti all’evento i tecnici della Regione e numerosi rappresentanti di ordini e collegi professionali. Tema centrale della giornata di lavoro è stato il Piano Casa Veneto: si sono infatti analizzati i punti di vista in merito all’utilizzo di tale strumento, soprattutto per delineare le modalità e le prospettive del suo possibile rinnovo dopo la scadenza del maggio 2017.
A 6 anni dalla sua entrata in vigore, si sono registrati numeri molto positivi:
– 83mila domande presentate;
– 3,5 miliardi di euro di investimenti;
– 160 metri cubi di intervento medio su edifici residenziali;
– 650 metri cubi di intervento medio su edifici non residenziali;
– 35/40 mila euro di investimento medio per intervento;
– 90/95 per cento degli interventi riguarda edifici residenziali;
– 8mila imprese grazie al Piano Casa hanno continuato a svolgere la propria attività;
– 14mila addetti per effetto del Piano Casa hanno mantenuto la propria occupazione.
Tali cifre, a parere dei tecnici della Regione, dimostrano come il Piano Casa nel Veneto abbia stimolato la ripresa delle costruzioni, e frenato la crisi economica, in particolare del settore edile. Inoltre la norma è stata utile per rispondere alle esigenze abitative delle famiglie, per promuovere la riqualificazione urbana e per incentivare la qualità architettonica ed energetica degli edifici.
“La nuova legge sul Piano Casa andrà analizzata in un quadro normativo in movimento – ha spiegato l’assessore regionale al territorio, Cristiano Corazzari -, oggi inizia un percorso che intendiamo svolgere insieme a tutti i soggetti pubblici e privati interessati e che ci porterà a rendere organica e definitiva una norma che abbia tra i suoi capisaldi il contenimento del consumo di suolo, la riqualificazione degli edifici esistenti, l’uso di fonti rinnovabili, la ristrutturazione di immobili e la demolizione di fabbricati inutilizzati. Tutto ciò in una logica di miglioramento della qualità dei luoghi di vita, di opportunità di lavoro e di rilancio dell’economia”.
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