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Riforma Porti: il sistema cambia e diventa più competitivo
Le Autorità portuali vengono ridotte a 15 unità: una riorganizzazione generale nel nome della semplificazione
Il Consiglio dei Ministri di questa settimana ha approvato il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” che si inserisce nelle politiche e nelle azioni per il rilancio della portualità e della logistica intrapreso da Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Gli obiettivi del decreto: implementare la competitività dei porti italiani semplificando le procedure per facilitare il transito di merci e passeggeri, promuovere i centri decisionali strategici rispetto all’attività di porti in aree omogenee, riorganizzare la fase amministrativa e il coordinamento centrale del Ministero.
I porti italiani vengono pertanto riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale, centri decisionali strategici con sedi nelle realtà maggiori. Le sedi di Autorità di sistema portuale sono le seguenti: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Augusta, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilevanza nazionale.
Alle Autorità di Sistema Portuale viene affidato un ruolo strategico in materia di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area. Avranno infatti funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo con le amministrazioni pubbliche e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari.
Tra le norme di semplificazione emerge la creazione dello Sportello Unico Doganale e di Controllo e lo Sportello Amministrativo Unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali.
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