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Dissesto idrogeologico: il Fondo da 100 milioni per la progettazione
A quali Regioni verranno destinati i finanziamenti per la progettazione di interventi per opporsi al dissesto idrogeologico?
Dissesto idrogeologico: sono in fase di avviamento le procedure che daranno pieno effetto al Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico.
Il Fondo, istituito dal Collegato Ambientale (legge 221/2015), consta di una dotazione di 100 milioni di euro (grazie ad uno stanziamento del CIPE) ed entrerà in funzione tra poco. Per regolarne il funzionamento, il Governo ha messo a punto un decreto “ad hoc” che connette i finanziamenti alla tipologia delle opere da progettare e al loro importo.
100 milioni: il Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico
I 100 milioni per la progettazione verranno destinati al 20% alle Regioni del Centro Nord e per l’80% a quelle del Sud. Motivo che aveva inizialmente suscitato l’opposizione delle Regioni settentrionali. Al fine di porre fine a questo stallo il Governo si è impegnato a stanziare, in sede di Legge di Stabilità 2016, fondi destinati alle sole Regioni del Nord in modo da riequilibrare la ripartizione. Il decreto ha in questa maniera ottenuto il via libera della Conferenza Stato Regioni e sarà presto pubblicato.
Le risorse saranno ripartite secondo delle graduatorie tra le Regioni, le quali potranno poi finanziare i progetti erogando i fondi a tranches, in base alle attività realmente svolte e certificate.
Gli interventi contro il dissesto
I finanziamenti saranno finalizzati alla redazione del progetto esecutivo. Per questo il Fondo coprirà i costi di tutti i livelli della progettazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. L’importo del finanziamento sarà quantificato in base al tipo di intervento da progettare e realizzare (difesa idraulica, difesa costiera, difesa dalle valanghe), al costo delle opere e al livello della progettazione.
Per essere considerato finanziabile, il progetto deve essere corredato da relazioni redatte durante lo studio preliminare, fotografie sull’ubicazione e la natura del dissesto, stima dei lavori necessari, quadro economico preliminare e cronoprogramma delle attività necessarie dalla progettazione al collaudo.
La priorità verrà attribuita alla progettazione degli interventi già inseriti nel piano di stralcio delle aree metropolitane e, più in generale, agli interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e recupero degli ecosistemi. Non si potranno inoltre prevedere opere accessorie di entità superiore al 10% dell’importo complessivo dei lavori.
Per approfondire da un punto di vista tecnico il tema del consolidamento dei versanti e dei pendii in terreni non lapidei a mezzo di pali strutturali, Maggioli Editore suggerisce il volume intitolato Dissesto idrogeologico e stabilità dei versanti, scritto dall’Ing. Piergiuseppe Froldi. Il volume analizza le caratteristiche fisico-meccaniche e statico-dinamiche delle frane attive, quiescenti o potenziali per prevederne, dal punto di vista ingegneristico, la stabilità, la possibile evoluzione nel tempo e nello spazio e progettarne gli interventi di stabilizzazione a mezzo delle palificate di consolidamento.
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