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ASSOBIM e ANTEL: l’accordo proietta gli Enti Locali nel digitale
La Pubblica Amministrazione si prepara alla svolta BIM indicata dal decreto 560/2017 che ha fissato una road map per l'implementazione della metodologia e che vedrà il suo completamento secondo un programma definito
È stato firmato l’accordo tra ASSOBIM e ANTEL, con lo scopo di orientare i settori di edilizia, urbanistica e tutela dell’ambiente verso una prospettiva digitalizzata che consenta la creazione di un sistema di modelli virtuali esauriente e di immediata utilizzazione. Difatti, ASSOBIM ha come obiettivo specifico, tra gli altri, l’allargamento all’ambito delle costruzioni di metodologie BIM tali da comportare un netto miglioramento in ogni fase della procedura amministrativa. L’interlocutore naturale non poteva che essere appunto ANTEL, l’associazione di riferimento per i professionisti tecnici degli Enti Locali per quanto riguarda la relativa tutela e formazione. L’accordo prevede anzitutto una fase di analisi delle problematiche tecniche e organizzative che rallentano l’opera della PA e conseguentemente degli associati ANTEL, in modo da iniziare il processo che condurrà a un utilizzo proficuo e capillare del BIM.
L’accordo non è altro che il risultato pratico di quanto disposto dal decreto 1° dicembre 2017, n. 560 firmato dall’allora ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio. Oggetto del decreto è appunto l’apertura della PA alle potenzialità del BIM per quanto riguarda gli appalti, ed è rivolto nello specifico anche alle stazioni appaltanti in merito alla formazione del personale e allo sviluppo di hardware e software che snelliscano processi decisionali e apparati organizzativi. Tutti gli interessati e i soggetti coinvolti nel progetto potranno condividere e acquisire dati e informazioni all’interno di una piattaforma all’insegna dell’interoperabilità. È d’altronde questo uno dei principali scopi della metodologia BIM, acronimo di Building Information Modeling, ovvero consentire a schemi predefiniti di gestire le diverse fasi della progettazione di opere pubbliche e private mantenendo un costante e approfondito apparato informativo.
La diffusione del BIM incide nel ramo degli appalti pubblici in maniera progressiva: le opere di importo base di gara comprese tra i 50 e i 100 o più milioni di euro sono già interessate dal decreto a partire dal 2019. Bisognerà aspettare invece i prossimi due anni per assistere all’utilizzo del BIM anche negli appalti minori. Infine, la totalità del settore dovrà adeguarsi a quanto stabilito dal decreto soltanto a decorrere dal 1° gennaio 2025.
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