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In città la mobilità sostenibile diventa condominiale
L’evoluzione della smart mobility protagonista di un dibattito all’Arch Week 2019 di Milano
Oggi tutte le esperienze di car sharing sono attività economicamente poco sostenibili. I motivi sono molteplici: dalla mancanza di infrastrutture adeguate e distribuite capillarmente sul territorio alla mancanza di una “cultura” della condivisione. Ma, nonostante tutto, l’attenzione degli urbanisti, delle amministrazioni pubbliche e degli operatori economici verso un trasporto sostenibile e capace di assecondare le esigenze degli abitanti delle città moderne è vivo e concreto. Dunque: cosa fare?
L’occasione per approfondire il tema è stata la recente tavola rotonda “Home brand experience: creare comunità residenziali attraverso la mobilità sostenibile” organizzata in seno alla Milan Arch Week 2019, presso la Triennale di Milano lo scorso marzo.
Attorno allo sviluppo sostenibile delle città e alle mutate necessità di trasporto alla luce dei cambiamenti sociali ed economici della società contemporanea si sono confrontati architetti, ricercatori, giornalisti e imprenditori. Con la moderazione del caporedattore economico del Corsera, Nicola Saidutti, hanno portato il loro contributo alla discussione Andrea Boschetti, founder e owner di Studio Metrogamma, Stefano Boeri, architetto e urbanista, Donatella Wallnoffer, architetto e interior designer, founder e owner di 1BF e vice presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura a Milano, Giorgio Meszely, founder GaiaGo, Michelle Noussan, senior research Fellow di Feem e Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate.
Un punto, sostenuto da Boeri e Boschetti, è emerso con vivida forza durante la discussione: non si può pensare di innovare in sostenibilità se ciò non viene supportato da adeguate politiche di indirizzo e da efficaci forme di finanziamento da parte delle amministrazioni e dei governi. In sostanza occorre che le mutate necessità e i rapidi cambiamenti della società moderna si sposino con la realtà. Un chiaro esempio è il complesso residenziale Il bosco Verticale, che si allontana dai vecchi modelli che vedono strutture parassite ed energivore e propone un modello innovativo di vivere l’edificio.
Altro aspetto affrontato durante la tavola rotonda è stato quello della mobilità sostenibile e le sue molteplici forme. È indubbio che, oggi, il concetto di smart mobility sia ancorato a quello del veicolo elettrico. Si tratta ovviamente di una soluzione efficace ma non priva di “controindicazioni”, almeno al momento. Finché la produzione di energie rinnovabili non raggiungerà volumi importanti, infatti, la produzione di elettricità sarà sempre legata all’impiego di fonti fossili. Inoltre, come ha giustamente osservato Michelle Noussan, ingegnere della fondazione Eni Enrico Mattei, le auto elettriche non eliminano il problema degli ingorghi.
Esistono esempi alternativi di mobilità sostenibile, a livello internazionale, che potranno essere adottati, con i dovuti adeguamenti anche nel nostro Paese. Tra gli esempi portati da Noussan citiamo il sistema multimodale integrato, con cinque linee di cabinovie per abbattere le disuguaglianze sociali di alcuni quartieri di Medellin (Colombia) e la piattaforma Maas implementata dal gestore del trasporto pubblico locale a Vienna (Austria).
La condivisione di un mezzo di trasporto all’interno di una comunità non è sempre efficace a causa dell’incuria alla quale è soggetto il mezzo, ma se si restringesse il raggio dell’utenza come ad esempio al caso di una comunità condominiale, il risultato sarebbe differente.
Sulla base di questi aspetti, l’obiettivo, secondo Giorgio Meszely, CEO di GaiaGo è quello di creare una piattaforma di mobilità elettrica unitamente alla fornitura di prodotti assicurativi on demand viene realizzato collegando tre settori: quello assicurativo, il real estate ed il settore della mobilità.
“Il processo di integrazione tra la smart mobility e la nuova urbanità parte dal dialogo tra le istituzioni, gli operatori di mobilità e di real estate, ma soprattutto dagli architetti, costruttori e ingegneri, cioè coloro che ridisegnano le nostre città mettendoci a disposizione edifici connessi, sostenibili e condivisi – spiega Giorgio Meszely – Questa è l’idea di come noi intendiamo la mobilità: un servizio di sharing, elettrico e accessibile alle comunità, messo a disposizione da condomini, hotel o aziende, attraverso una piattaforma digitale”.
Rispetto al funzionamento del servizio, attraverso l’App dedicata, gli utenti possono condividere un’auto elettrica nel loro condominio, pianificarne l’utilizzo e pagare solo in base al consumo effettivo. Il vantaggio per l’utente si traduce non solo in un risparmio tempo legato agli spostamenti ma anche ad un risparmio di costo rispetto all’acquisto di un’auto di proprietà.
Attraverso la piattaforma GaiaGo vuole far sì che le comunità si dotino, in esclusiva all’interno del proprio condominio, di mobilità elettrica e della relativa infrastruttura di ricarica. Ciò, anche al fine di favorire la sensibilizzazione circa le tematiche ambientali e la decarbonizzazione delle città.
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