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Annullamento del titolo edilizio motivato esclusivamente sulla necessità di ripristinare la legalità violata
L'illegittimità di tale azione confermata dal TAR Calabria (sentenza 11 dicembre 2017. n. 1929)

La questione dell’impegno motivazione che deve supportare la determinazione di annullamento del titolo edilizio è una questione affrontata in più occasioni dalla giurisprudenza e definitivamente risolta di recente dal Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, con la decisione n. 8/2017, in correlazione ai contrapposti interessi dei privati destinatari del provvedimento alla “conservazione” della situazione favorevole.
Come evidenziato dalla citata Adunanza Plenaria, l’orientamento maggioritario era nel senso che “l’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio illegittimo (…) risulta in re ipsa correlato alla necessità di curare l’interesse pubblico concreto e attuale al ripristino della legalità violata. Ciò, in quanto il rilascio stesso di un titolo illegittimo determina la sussistenza di una permanente situazione contra ius, in tal modo ingenerando in capo all’amministrazione il potere-dovere di annullare in ogni tempo il titolo edilizio illegittimamente rilasciato (in tal senso – ex multis -: Cons. Stato, IV, 19 agosto 2016, n. 3660; id., V, 8 novembre 2012, n. 5691)”: in particolare, alcuno specifico onere motivazione, oltre alla indicazione dei presupposti di illegittimità del provvedimento di primo grado, grava – secondo tale orientamento – sull’amministrazione specie quando la falsa rappresentazione dello stato dei luoghi da parte del beneficiario abbia indotto in errore l’amministrazione…

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