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Quando un pergolato è una struttura precaria da esterno?
I giudici del TAR Campania hanno ribadito e definito con attenzione la nozione tradizionale di pergolato
Segnaliamo la recente sentenza 28 luglio 2016 n. 3947 del TAR Campania, sez. VI, avente ad oggetto la nozione di pergolato.
Richiamando un consolidato orientamento (cfr., ad esempio, Consiglio di Stato, sez. IV, sent. 29 settembre 2011, n. 5409; TAR Campania, sez. VII Napoli, sent. 29 luglio 2013, n. 3972), i giudici napoletani hanno ribadito che la nozione tradizionale di pergolato inteso come un manufatto avente natura ornamentale, realizzato in struttura leggera di legno o altro materiale di minimo peso, facilmente amovibile in quanto privo di fondamenta, che funge da sostegno per piante rampicanti, attraverso le quali realizzare riparo e/o ombreggiatura di superfici di modeste dimensioni.
Viceversa, decidendo il caso specifico sottoposto alla loro attenzione nella sentenza richiamata, hanno precisato che non può essere considerato un pergolato una struttura sviluppante una superficie di poco meno di 70 mq., chiusa lateralmente da vetrate e muretti; al contrario, detta struttura deve considerarsi una costruzione stabile e rilevante dal punto edilizio per l’incremento di superficie e di volume che ad essa si riconnette, richiedente conseguentemente un vero e proprio titolo edilizio nonché, qualora installata su un’area sottoposta a vincolo, l’autorizzazione da parte dell’ente di tutela.
Aggiungiamo che un modesto pergolato può farsi rientrare, perciò, nell’attività edilizia libera di cui all’art. 6 del T.U. Edilizia (DPR n. 380/2001): ad oggi, perciò, è sufficiente una comunicazione inizio lavori (CIL), mentre nell’immediato futuro, non appena saranno in vigore le modifiche imminenti del Decreto SCIA 2 (uno dei decreti previsti dalla Riforma Madia), non sarà più necessario nemmeno tale adempimento.
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