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Abruzzo: case vuote anche se agibili
Gli aquilani non vogliono rientrare nelle abitazioni per paura e perchè manca il gas. Gli architetti offrono il loro contributo
Sono al momento 307 le case dell’Aquilano che il sindaco Cialente ha riaperto, perché giudicate agibili e abitabili, ma quasi nessuno dei cittadini ha il coraggio di rientrarvi.
Un po’ perché molte di queste abitazioni sono effettivamente case singole o ville, dove a vivere sono nuclei monofamiliari, ma anche all’interno dell’Aquila, dove c’é qualche palazzo agibile, se si entra in casa è per prendere effetti personali e poi rientrare o nelle tende o nelle roulotte. Nuove case vere per tutti, non baracche, entro 6 mesi. Lo ha assicurato nuovamente il premier Silvio Berlusconi.
“E’ impegno del mio governo che tutto ciò sarà realizzato entro 6 mesi, prima dell’arrivo del freddo”, ha detto, spiegando che questa volta sarà tutto fatto per bene, evitando “di avere delle baraccopoli che durano anni”.
E, per quanto riguarda chiese e beni culturali, il premier, ha detto di aver accettato l’invito di diversi Paesi a prendersi in carico la ristrutturazione.
Gli aquilani potrebbero forse rientrare nelle loro case ma, per ora, non vogliono.
Ed è il gas il vero ostacolo alla normalità. Comune dell’Aquila e Protezione civile hanno stipulato una convenzione con le associazioni provinciali dei collaudatori per i collaudi interni alle abitazioni, operazione del tutto gratuita per i cittadini. Le verifiche inizieranno dal 4 maggio.
E sulla ricostruzione è intervenuto il Consiglio nazionale degli architetti. Per favorire la sicurezza, la trasparenza e la qualità degli appalti nella seconda fase dell’emergenza terremoto, il Consiglio chiede con forza al Governo di modificare urgentemente le attuali norme che consentono nelle gare pubbliche ribassi assolutamente esagerati e immotivati ai fini di un sano e virtuoso mercato.
“Gli architetti italiani – dichiarano in un comunicato stampa – intendono, inoltre, offrire il loro contributo di conoscenza in materia di sicurezza e di intervento strutturale tecnico innovativo per la ricostruzione, nel rispetto della tradizione storica, dell’uso coerente dei materiali e dei valori ambientali e paesaggistici”.
Il Consiglio Nazionale sta, infatti, coordinando con il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo l’invio nelle zone terremotate di altri architetti specialisti nel restauro strutturale degli edifici storici oltre a quelli già presenti.
Fonti: Ansa e www.awn.it
www.ediliziaurbanistica.it