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Edilizia e energie rinnovabili in Piemonte
Ok definitivo al Piano casa regionale, al via sperimentazione per ricavare energia dai sottoprodotti della viticoltura
Ok definitivo al Piano Casa regionale
E’ stata approvato l’8 luglio scorso in Consiglio regionale il disegno di legge che attua l’impegno della Regione assunto tramite l’intesa sottoscritta con il Governo e snellisce le procedure in materia edilizia e urbanistica, comunemente denominato “Piano casa”.
“Vengono coniugate – sostiene la presidente regionale Bresso – la sfida per la semplificazione e quella per l’efficienza e il risparmio energetico, due obiettivi chiave di questa amministrazione. Saranno portati da una parte benefici all’ambiente e alla salute dei cittadini, dall’altra si potrà contribuire a rilanciare l’economia creando posti di lavoro e incrementando il Pil piemontese”.
L’assessore regionale alle Politiche territoriali, Sergio Conti, ha sottolineato innanzitutto che “se è vero che la spinta iniziale è arrivata dal Governo sull’onda emotiva del dopo-terremoto, è altrettanto vero che, mentre il Governo non ha dato seguito agli impegni assunti nell’intesa, il Piemonte ha dal canto suo responsabilmente sviluppato un percorso autonomo, non limitato a misure straordinarie e contingenti, ma mirato a produrre azioni durature per il risparmio energetico, che favoriscono la transizione dall’edilizia tradizionale a quella consapevole e sostenibile.
L’aver posto dei vincoli in tal senso – prosegue l’assessore – può apparire ai meno lungimiranti una scelta riduttiva se non punitiva: in realtà, si tratta di una scelta che risponde a fini più alti di garanzia per la vivibilità delle future generazioni. Senza contare poi che la nuova legge non limita al solo settore edile la funzione di volano dell’economia, ma offre opportunità di lavoro a una pluralità di altri settori”.
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Energia dalle vigne
Gettate l’8 luglio ad Alba gettate le basi per una nuova sfida: ricavare energia dai sottoprodotti della viticoltura, in Piemonte 900.000 quintali di sarmenti che, ogni anno, debbono essere gestiti dai viticoltori, a cui si aggiungono 1.400.000 quintali di vinacce come residuo della vinificazione.
Un materiale che, se non reimpiegato, pone problemi di recupero, mentre, se valorizzato con la combustione o la massificazione, può contribuire allo sviluppo della produzione energetica da fonti rinnovabili e valere tra 10 e 15 euro per quintale di biomassa in un anno.[…]
Considerato che non tutta la biomassa disponibile potrà essere trattata e che i residui di potatura e le vinacce, per essere trasformati in energia, debbono essere conferiti in modo razionale dai viticoltori, è emerso che la convenienza economica dovrà essere valutata con estrema attenzione nell’ambito di una più generale attività di pianificazione.
Fonte: www.regione.piemonte.it
www.ediliziaurbanistica.it