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Edilizia e infrastrutture: intesa Anci-Ance
Previsti un osservatorio congiunto permanente per il confronto sui dati dell’edilizia, iniziative per semplificare il rapporto tra imprese e p.a. e revisione del Patto di stabilità
Un Osservatorio congiunto permanente per il confronto sui dati legati all’edilizia, iniziative bilaterali finalizzate alla semplificazione del rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, revisione del Patto di stabilità e un programma di recupero e riutilizzo degli edifici, scolastici in primis, con il coinvolgimento di finanziatori privati.
Sono questi alcuni dei punti salienti del protocollo d’intesa firmato oggi dai vertici di Anci e Ance. Presenti alla firma i presidenti Sergio Chiamparino, Paolo Buzzetti, e il delegato alle Infrastrutture dell’Anci Roberto Reggi.
“L’accordo di oggi può sembrare inusuale ma è necessario perché i vincoli del Patto di stabilità sono un problema non più eludibile che penalizza sia i Comuni che le aziende”. Così Sergio Chiamparino aprendo la conferenza stampa di presentazione dell’accordo.
“I vincoli stringenti del Patto – ha continuato Chiamparino – rischiano di soffocare anche le imprese che non possono essere pagate e il risultato più immediato è il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro. Anche alla luce dell’accordo di oggi chiederemo quindi a Tremonti di accogliere le nostre richieste che avanziamo da tempo”.
“Non vogliamo la cancellazione del Patto di stabilità – ha detto Buzzetti nel suo intervento – ma un ritocco perché non si può salvare il bilancio dello Stato con il fallimento delle imprese e dei Comuni. Le opere che le imprese fanno con i Comuni – ha precisato poi il presidente dell’Ance – sono per la qualità della vita dei cittadini e vanno incoraggiate.
La possibilità per allentare i vincoli del Patto di stabilità esiste, penso al coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, chiediamo quindi che si intervenga”.
Punto forte dell’accordo sarà l’Osservatorio congiunto permanente che permetterà ad Anci e Ance di vedere dove vanno le risorse e come, e in che tempi, vengono distribuite e utilizzate.
“I Comuni realizzano circa il 50% degli appalti pubblici – ha infine sottolineato Roberto Reggi – è quindi indispensabile permettere loro di continuare a sviluppare questa potenzialità che a pieno regime potrebbe dare una grossa mano a tutta l’economia nazionale”.
Fonte: Anci
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